Nelle sale Earwig e la Strega ultimo anime di Miyazaki
CINEMA Sbarca da oggi nelle sale l’ultimo film del glorioso Studio Ghibli. Realizzato interamente in Cgi 3D, Earwig e la Strega, entrato a far parte della selezione virtuale del festival di Cannes 2020 nella sezione 4 Animated Films (distribuito da Lucky Red).
Tratto dall’omonimo romanzo di Diana Wynne Jones, già autrice del libro “Il castello errante di Howl” da cui è stato tratto il capolavoro di animazione di Hayao Miyazaki. Regista, sceneggiatore, animatore, fumettista e produttore cinematografico giapponese, con una carriera durata cinquant’anni, anche in questo caso è stato lo stesso Miyazaki, ottanta primavere all’attivo, a proporre l’adattamento di Earwig e la Strega. Lo Studio Ghibli ha accolto la proposta decidendo di sperimentare per la prima volta l’animazione completamente in Cgi 3D e affidandone la regia al figlio Goro Miyazaki.
La storia
Earwig è una ragazzina di 10 anni cresciuta in orfanotrofio, per lei una casa fantastica in cui riesce ad ottenere tutto quello che desidera. La sua vita cambia quando viene adottata da Bella Yaga e Mandragora, una stranissima coppia con incredibili poteri magici.
Hayao superstar
È considerato uno dei più influenti animatori della storia del cinema e secondo molti il più grande regista d’animazione vivente: la sua figura è stata paragonata più volte a quella di Walt Disney per l’importanza dei suoi contributi nel settore dell’animazione e ad Akira Kurosawa per la centralità nella storia del cinema giapponese A Miyazaki secondo molti critici è da attribuire il merito, insieme ad altri colleghi del calibro del già citato Isao Takahata, Hideaki Anno, Katsuhiro Ōtomo, Satoshi Kon e Mamoru Oshii, di aver contribuito ad eliminare lo stereotipo dell’animazione giapponese come di una realtà cinematografica e televisiva inferiore o comunque di valore artistico nullo
La sua fama internazionale si è accresciuta dopo le vittorie dell’Orso d’Oro e del Premio Oscar per La città incantata, primo e finora unico cartone animato giapponese ad aggiudicarsi tali premi. Alcuni dei suoi undici lungometraggi hanno detenuto, o detengono tuttora, record d’incassi in patria: Princess Mononoke fu il film di maggiore incasso nella storia del Giappone prima del colossal Titanic, a sua volta battuto tre anni dopo da La città incantata, la quale rimane la pellicola che ha incassato di più nelle sale nipponiche fino al 2020 quando a superarlo fu il film di Demon Slayer.
Al 2014, quattro suoi film (oltre ai due già citati, anche Il castello errante di Howl e Ponyo sulla scogliera) sono inclusi nella classifica dei 10 più alti incassi della storia in Giappone. La sua lunga attività è stata insignita con il Winsor McCay Award nel 1998, il Leone d’Oro al Festival di Venezia del 2005 e con l’Oscar onorario conferitogli dall’Academy nel novembre 2014.
Il glorioso studio Ghibli
Nel 1982 la rivista Animage iniziò la pubblicazione del manga Nausicaä della Valle del vento, disegnato esclusivamente da Miyazaki, e riuscì a convincere l’artista a sceneggiare e dirigere un film tratto dal manga. Prodotto da Takahata per lo studio Topcraft, l’anime Nausicaä della Valle del vento, uscì nelle sale nel 1984.
Il successo ottenuto dal film permise al regista di fare il grande salto: fondare uno studio di produzione proprio. Nel 1985, da Miyazaki e Takahata nacque lo Studio Ghibli (il cui nome deriva da Ghibli, vento caldo del Sahara, ma anche un aereo italiano degli anni 30), in cui i due registi si sarebbero potuti esprimere con la libertà che la loro creatività richiedeva e con le necessarie coperture finanziarie. Miyazaki stabilì, inoltre, un proficuo sodalizio anche con Joe Hisaishi, il compositore di numerose colonne sonore (e degli album “derivati”) dei suoi film.
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