Fasma
6:59 am, 28 Febbraio 20 calendario

«Io sono Fasma senza maschere né paure»

Di: Redazione Metronews
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MUSICA All’ultimo Sanremo, sezione Nuove Proposte, è stato eliminato in semifinale. Poco male, perché Fasma, 23 anni, si sta prendendo una piccola rivincita: la sua “Per sentirmi vivo”, infatti, sta avendo buoni risultati in fatto di streaming, regalandogli una popolarità inattesa presso il grande pubblico. E venerdì arriva il nuovo album, “Io sono Fasma”. L’abbiamo intervistato per “Metro”.
Fasma, facciamo un passo indietro: cosa le rimane di Sanremo?
«È stata un’esperienza bellissima, pazzesca. E anche costruttiva: non un punto d’arrivo, ma di partenza. Ho imparato a tante cose, a partire dal fare meglio le interviste (ride, ndr). E, soprattutto, ho capito i vari aspetti e le dinamiche che regolano il mondo della musica».
Ora esce il nuovo disco, che ha un titolo molto affermativo: “Io sono Fasma”.
«Ma io voglio andare oltre. Infatti la prima traccia s’intitola “Tu sei Fasma”: sul palco io porto Tiberio, che è il mio vero nome, senza maschere e senza paura di mostrare anche le mie ansie, i miei lati più bui. Però il mio modo di essere vuole arrivare agli altri, anche nel quotidiano. Voglio che Fasma venga considerato uno su cui puoi fare affidamento, una specie di spinta per i tanti ragazzi che coltivano dei sogni. A loro dico: puoi farlo anche tu».
La sua musica parte dal rap, ma va oltre. Ci troviamo trap, rock, elettronica e altro ancora.
«Non sono solo un rapper, non amo le definizioni. Sono Tiberio e basta. Mi piace divertirmi con la musica, assimilare nuove sonorità e mescolare tutto». 
Uno dei pezzi più forti s’intitola “Basta!”
«È uno sfogo contro quello che non va. Il messaggio è che bisogna aiutarsi da soli, cercare la forza in se stessi. E provare a cambiarlo ‘sto mondo».
Ad aprile la attendono due live importanti: il 3 al teatro Centrale di Roma e il 5 ai Magazzini Generali di Milano.
«E voglio spaccare tutto! Non sarà una semplice esibizione, voglio creare empatia con la gente, far emergere le nostre sensibilità comuni. Avrò una band con un sound particolare e porterò con me la mia famiglia, un gruppo di lavoro e di amici inseparabile».
Lei è di Roma: che rapporto ha con la sua città?
«La amo. Del resto mi chiamo Tiberio, come l’imperatore, un classico nome romano. Con la mia città ho un legame molto stretto, mi ha sempre ispirato e mi piace citarla nei miei pezzi. È una metropoli romantica, ma per certi aspetti anche molto professionale. Io ci credo e lei ha creduto in me».
 
 
 
DIEGO PERUGINI
 
 
 

28 Febbraio 2020
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