Culle vuote Un anno da record
ROMA. Il popolo italiano continua a diminuire: dal 2015 sono oltre 400 mila i residenti in meno e nel 2018 si è registrato un livello minimo di nascite, il più basso dall’Unità d’Italia (1861 tanto da configurare una fase di declino demografico. A ciò si deve aggiungere l’aumento dell’emigrazione di cittadini italiani all’estero (+1,9%). È questo il quadro della popolazione italiana, presentato dall’Istat nel bilancio demografico del 2018. Nell’ultimo anno, la popolazione residente ammonta a 60.359.546, oltre 124 mila in meno rispetto il 2017 (-0,2%) e oltre 400 mila in meno rispetto a quattro anni prima. Il calo – secondo l’Istat – è interamente attribuibile alla popolazione italiana, che scende, al 31 dicembre, a 55 milioni 104 mila unita’, 235 mila in meno rispetto il 2017 (-0,4%). Se si parte dal 2014, la perdita di cittadini italiani (residenti) è pari alla scomparsa di una città grande come Palermo (-677 mila).
Fattori strutturali
Il 2018 si caratterizza, dal punto di vista demografico, anche per il record negativo delle nascite. La diminuzione è di 18 mila unità, -4% rispetto al 2017. La diminuzione delle nascite nel nostro Paese si deve principalmente a fattori strutturali. Infatti, si registra una progressiva riduzione delle potenziali madri dovuta, da un lato, all’uscita dall’età riproduttiva delle generazioni molto numerose nate all’epoca del baby-boom, dall’altro, all’ingresso di contingenti meno numerosi a causa della prolungata diminuzione delle nascite osservata a partire dalla metà degli anni Settanta. Il calo è in atto dal 2008, ma nel 2015 il numero è sceso sotto il mezzo milione. Da un punto di vista geografico, la diminuzione è più accentuata al Centro (-5,1% rispetto al 2017). «Come ci ha detto l’Istat – commenta il il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo – negli ultimi 4 anni crescono di quasi il 2% gli italiani che lasciano lo Stivale e siamo costantemente sotto la soglia critica delle 500 mila nascite annue, con un’emorragia demografica mai interrotta dal 2008. Che cosa serve ancora per capire che senza politiche familiari serie, strutturate e di sostegno alla
natalità l’Italia è destinata a scomparire?».
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