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6:30 am, 7 Marzo 18 calendario

Giovani agricoltori social della montagna

Di: Redazione Metronews
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Wwworkers è la community dei lavoratori della rete, dipendenti o imprenditori che operano con le nuove tecnologie e che si raccontano su wwworkers.it e su Metro.
Due cuori e una cascina. Con la terra intorno. Quella però della montagna dura e inospitale, ma anche generosa in alcuni periodi dell’anno perché prodiga di frutti genuini e di primissima qualità. La storia imprenditoriale di due giovani under 30 è anche una storia d’amore. E di lavoro intenso durante i gelidi mesi invernali, ad oltre settecento metri di altitudine. Siamo a Bovegno, poco più di duemila anime nell’alta Val Trompia, in quella conca nella provincia bresciana da cui si dipartono l’estesa Valle di Graticelle e ancora la Val Sorda e la Valle della Meola.
È da qui che sono ripartiti Stefania Reali e Simone Frassini. Lei ha 29 anni ed è di Brescia, lui di anni ne ha 28 ed è di Piacenza. Si sono conosciuti otto anni fa all’Università della Montagna di Edolo, quella legata alla tutela dell’ambiente e del territorio montano e che fa capo alla facoltà di Agraria della Statale di Milano. E da studenti si sono fidanzati e hanno deciso di iniziare a lavorare insieme. «Entrambi volevamo lavorare nell’agricoltura e in particolare in quella della montagna. È sempre stato il nostro sogno», racconta Stefania, oggi mamma di una bimba di sei mesi.
Il nome dell’azienda a conduzione familiare è Cosa tiene accese le stelle. E riprende il titolo di un libro di Mario Calabresi. «Ci è stato regalato dai nostri genitori all’inizio dell’avventura. Perché siamo partiti da zero, dandoci da fare e senza mollare mai».
Oggi Stefania e Simone hanno un terreno di due ettari con la cascina che è anche la loro casa. C’è poi il laboratorio di trasformazione e un magazzino. «Nel laboratorio trasformiamo parte della nostra frutta e verdura in confetture, composte, succhi. Poi smieliamo. Perché abbiamo venti famiglie di api e a fine stagione prendiamo una parte del loro miele, lasciandone un po’ per il loro inverno».
I frutti che Stefania e Simone coltivano sono quelli tipici della montagna: lamponi, more e i ribes nella varie tipologie: rossi, bianchi e neri. Ma anche uva spina bianca e rossa, fragole e Goji, mele, pere, susine, ciliegie, albicocche, cachi, cotogne, giuggiole, nespole.
«È dura lavorare la montagna, specialmente su quei terreni in pendenza come il nostro. Ecco perché abbiamo deciso di creare un terrazzamento. Qui facciamo tutto a mano, anche il letame lo spostiamo così con l’aiuto di una piccola motocarriola», precisa Stefania.
Dalla terra alla rete. Perché questa azienda agricola si è aperta al mondo intero grazie ad una fanpage su Facebook. «Internet ha cambiato il nostro lavoro: aggiorniamo con facilità la pagine, mettiamo in evidenza i mercati ai quali partecipiamo, segnaliamo i nuovi prodotti. E in tanti ci scrivono per fare ordini».
L’anno scorso i due giovani imprenditori della terra sono riusciti anche ad acquistare una piccola serra per la coltivazione di ortaggi autunno-invernali. «Perché un giovane dovrebbe scegliere di vivere e lavorare in montagna? Non è semplice fare agricoltura e in montagna. Si tratta di uno stile di vita. I momenti difficili sono tanti e tra questi c’è il freddo del lungo inverno e una bella stagione più concentrata rispetto all’ agricoltura di pianura. Ma l’ambiente di montagna è più salubre e quindi riusciamo a spuntare prezzi migliori. Perché il cliente comprende la qualità».
GIampaolo Colletti

7 Marzo 2018
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