Per i pendolari meno treni e biglietti più costosi
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Roma – Un divario che si perpetua. Una tendenza che continua, imperterrita. L’alta velocità ferroviaria cresce, mentre i treni per i tre milioni di pendolari diminuiscono, le tariffe aumentano e i servizi sono di scarsa qualità. La denuncia arriva da Legambiente che ieri ha presentato il rapporto Pendolaria.
La maglia nera del servizio va anche quest’anno alla linea Roma-Ostia Lido, seguita dalla Circumvesuviana mentre al terzo posto si piazza la Reggio Calabria-Taranto. Sull’alta velocità l’offerta per la Roma-Milano è cresciuta del 276% dal 2007 mentre sono diminuiti i treni su intercity e regionali in 15 Regioni e sono state aumentate le tariffe in 16 Regioni. Dal 2010 a oggi, spiega Legambiente, per la riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, si stimano tagli del 6,5% nel servizio regionale e del 19,7% per gli intercity. Solo in pochissime regioni è aumentato il servizio (il caso migliore è la Provincia di Bolzano). Il taglio maggiore dei servizi (-26,4%) è stato subito dalla Calabria, seguita da Basilicata (18,9%) e Campania (-15,1%). Impennata delle tariffe in Piemonte (+47,3%), Liguria (+41,24%), Campania (+36,1%) e Lombardia (+30,3%).
Le dieci linee peggiori indicate da Pendolaria 2016 sono state scelte per qualità del servizio, ritardi e tagli dei treni, capienza ed età dei convogli, disponibilità di orari per i pendolari, condizione delle stazioni. Sulla Cremona-Brescia per esempio il tempo di percorrenza è passato dal 2002 a oggi da 34 a 58 minuti.
In Italia sono quasi 3.300 ogni giorno i treni regionali con un’età media di 17,2 anni (il 69% supera i 15 anni), con differenze marcate tra centro-nord e sud. La regione con i treni più vecchi è l’Abruzzo (24,1 anni) seguita da Basilicata (23,3) e Sicilia (23,2). In Lombardia è 18,6 anni, in Lazio 16,9, in Piemonte 16,3. L’età media in generale è migliorata rispetto al 2015 (era 18,6) per gli investimenti di alcune Regioni, per i nuovi contratti di servizio con Trenitalia che prevedono la sostituzione di 450 treni e per la dismissione di quelli più vecchi (come in Puglia e Lombardia). Per i prossimi anni, però, avverte Legambiente, non sono previsti finanziamenti per aumentare i treni e quindi si rischiano ulteriori tagli.
STEFANIA DIVERTITO
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