Valerio Mastandrea/Fai bei sogni/film
4:00 pm, 7 Novembre 16 calendario

Bellocchio: Parlo di amore e rabbia

Di: Redazione Metronews
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CINEMA Il punto è semplice. Banale e necessario: non si vive con i “se” ma con i “nonostante”. Nonostante le morti, nonostante i dolori, nonostante i dispiaceri. Lo impara il protagonista dell’ultimo film di Marco Bellocchio, Fai bei sogni (dal 10 nei cinema), che attraversa la vita portandosi dietro il peso insopportabile di un dolore, almeno finché non riesce a guardarlo in faccia. «Il tema del film era così intrigante che mi ha fatto anche ripensare che, alla fine, il nostro lavoro di attori è un lavoro che, a differenza di ciò che pensavo una volta, è tutt’uno con le nostre vite, e per noi può anche essere una terapia» confessa Valerio Mastandrea, protagonista che vedremo anche affiancato da Berenice Bejo, sorpresa «dalla sconvolgente energia di Bellocchio, vorrei arrivare a 70 anni con la sua stessa passione».
Ma Bellocchio da dove è partito?
Dalla mia infanzia piena di funerali, ma questo film parte da un amore intenso tra madre e figlio. È qualcosa che ho trovato nel libro di Massimo Gramellini cui mi ispiro e che ho afferrato. E il film parte anche dalla rabbia del bambino che non accetta la morte della madre e che trova un trucco per riuscire a sopportare l’insopportabile.
Cos’è cambiato dal suo film d’esordio (I pugni in tasca) che raccontava la stessa perdita, in modo opposto?
Lì c’era una madre che non dava nulla, qui è  l’opposto, ma nel mio lavoro ci sono tante madri che ritornano, tanti omicidi e suicidi, come se la morte rappresentasse il nucleo principale della vita.
E l’amore?
Quello materno è un amore che mai ho conosciuto ma in cui qui ho voluto immergermi nel film. La mia rabbia viene da qui.
SILVIA DI PAOLA

7 Novembre 2016
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