Pierfrancesco Diliberto/Pif/Festa del Cinema di Roma
5:00 pm, 12 Ottobre 16 calendario

Pif: Il mio è un film scomodo, ma vero

Di: Redazione Metronews
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CINEMA Quando i boss mafiosi e i peggiori criminali vennero chiamati a ricoprire incarichi istituzionali nei vari paesotti e città della Sicilia all’indomani della liberazione americana dal fascismo che fu per il boss dei boss Lucky Luciano, prima di allora nelle carceri americane, “il più grande affare della  vita”.
La storia del film di PIF, In guerra per amore, che ha preaperto la Festa del Cinema di Roma, è questa. Difficile da raccontare, tragica metafora della costruzione della odierna democrazia italiana che PIF è riuscito a narrare mettendo dentro anche straordinari elementi tragicomici, nessuno inventato.
Pif, ma da dove è partito?
Da un documento scritto dal tenente Scotten nel ‘43 con sconvolgente lucidità e la cosa più sconvolgente è che lui scrive delle tre soluzioni per risolvere questo problema della mafia che era già enorme allora.
Che soluzioni?
La prima era agire subito e cercare di debellare il fenomeno, la seconda accordarsi con i mafiosi, la terza abbandonare il paese nelle mani del potere mafioso e sappiamo che andò così.
E che reazioni si aspetta?
Qualcuno potrà arrabbiarsi, ma storicamente il film è inattaccabile. Gli americani pensavano solo a salvarsi dal pericolo comunista, ma la mafia, anche grazie a loro, è sopravvissuta a tutto sino ad oggi. E l’idea di far del male per il bene che non va.
Come avete scelto i set siciliani?
Siamo andati  a cercare luoghi in cui non avevano girato altri registi, cercavo disperatamente luoghi in cui non aveva girato Tornatore che però ha girato ovunque e poi cercavo luoghi in cui la gente non aveva mai visto dei set.
 
SILVIA DI PAOLA

12 Ottobre 2016
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