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4:30 pm, 17 Maggio 16 calendario

Almodòvar: Stavolta non vi farò ridere

Di: Redazione Metronews
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 CINEMASembra un thriller ma, assicura Pedro Almodóvar, “è un film drammatico quello che volevo fare”. Sembra pieno dei rossi e dei colori tipicamente almodovariani, ma è lontanissimo dalla maggior parte dei suoi film, perché “qui per la prima volta e al mio ventesimo film non ho voluto far ridere e spero che il pubblico non si arrabbi per questo. E ho voluto attrici con cui mai avevo lavorato, ho fatto decine di provini e, alla fine, ho deciso di rischiare prendendo due attrici per rappresentare la stessa donna in età diverse, Emma Suarez e Adriana Ugarte”. Ecco Julieta che riporta Almodóvar in concorso a Cannes nello stesso giorno del francese Olivier Assayas che, con la storia soprannaturale di Personal Shopper, rimette sotto i riflettori Kristen Stewart in scena con il suo secondo film al festival, in odore di soprannaturale. E, se lei appare dolente e in attesa di segni dal fratello morto ma non disperata, la mamma protagonista del film di Almodóvar è invece senza speranza e lacerata dal senso di colpa, “laico, però, nulla a che vedere con il senso di colpa cattolico”, e in cerca di una figlia perduta molto tempo prima.
E con lei, prima donna e mamma almodovariana senza forza, fragile e vittima, il regista si specchia con malinconia nel tempo che, implacabile,scorre: “Sento il peso del tempo che passa anche se non mi sento vecchio – dice – continuerò a raccontarmi solo nei miei film, e che nessuno si azzardi a scrivere della mia vita. I film sono il solo testamento che lascerò”.
 
Fiore, l’amore dietro le sbarre
Sono minorenni e vogliono amarsi a ogni costo. Ma sono chiusi in un carcere in cui l’incontro è impossibile e l’amore è fatto di sguardi e baci rubati. Sono i due protagonisti di Fiore, interpretato dall’esordiente Daphne Scoccia, con Valerio Mastandrea nel cast e Claudio Giovannesi a dirigere, presentato alla Quinzaine e dal l’1 giugno in sala. “In carcere l’amore è di fatto vietato – chiosa il regista – ma io volevo parlarne fondendo racconto e realismo e non a caso i ragazzi che mi hanno dato sul set meno problemi sono quelli che hanno provato il carcere”.
 
SILVIA DI PAOLA

17 Maggio 2016
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