Maurizio Baruffaldi
8:23 pm, 21 Aprile 16 calendario

I ventidue secondi del Capitano

Di: Redazione Metronews
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Hai  ripescato dalla mezza classifica una squadra complessata. Oggi è tonica, a tratti spavalda, e vede la Champions. Ma stai perdendo una partita che pesa, e quel terzo podio scricchiola. In panchina siede un uomo che è stato il più grande calciatore italiano degli ultimi vent’anni (solo l’ottusità di un diverso tifoso potrebbe dirne un altro); più romano delle fettine di guanciale dell’amatriciana, più amato di qualunque mamma. Ma ha 40 anni. Ci sono panchine di serie A occupate da suoi coetanei. Lui però in panchina non vuole starci. Sai di dovergli concedere una passerella: c’è uno stadio che si sarebbe riempito anche solo per vederlo palleggiare in mezzo al campo; e poi troppe ambiguiità trapelate e pompate, su voi due: ti tocca. Gli dai quattro minuti. Ma a lui bastano 22 secondi. Per collegare le sue antenne primordiali con le acrobazie della sfera. Per farsi guidare dall’istinto nel punto esatto dove aprire una spaccata morbida e spietata. E un paio di altri minuti per mantenere la calma da un dischetto incandescente. Per ricordarti, nonostante i tuoi meriti e le tue ragioni, che il calcio non si spiega. Che la sua meraviglia vive fuori da schemi e performance atletiche, e dentro momenti e uomini che sembrano scelti da disegni più grandi. Disegni così grandi che non c’è lavagnetta che possa contenerli. Nessuno saprà mai se l’esultanza o la vergogna abbiano vinto nel tuo cuore, ma sappiamo che quel sostantivo, Il capitano, non è mai stato così solenne dalla stesura della poesia di Walt Withman. ‘O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato, la nave ha superato ogni ostacolo, l’ambìto premio è conquistato, vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta… ‘
MAURIZIO BARUFFALDI
Giornalista e scrittore

21 Aprile 2016
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