Maurizio Guandalini
7:54 pm, 8 Marzo 16 calendario

Non è tutto colpa di Renzi

Di: Redazione Metronews
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Star lì a snervarsi le meningi  e farne una malattia per i decimali in meno rispetto alla Germania o agli Stati Uniti, star lì a crogiolarsi nel Pil italiano di una volta, quello precrisi, è ammorbante. Giorni fa, un commerciante, alla radio si sfogava dopo l’affermazione di Renzi che la pressione fiscale è diminuita. “Mancano le dovute entrate”, sbraitava l’accaldato  commerciante. Da quando è iniziata questa lunga crisi economica è lapalissiano che la crescita, il giro economico, i prezzi che c’erano 8-10 anni fa non torneranno più. Non torneranno i prezzi delle case vendute nel 2008 così come non torneranno le spese pazze. Quello là, quello raggiunto in quel periodo è il livello massimo. Tutto è calmierato. Saggiamente calmierato. Crescita, crescita, spendi e spandi: ma le famiglie hanno tutto, di tutto e di più, non si può ritornare sui passi perduti presi da una nouvelle boria da Carnaval Brazilian. Anche culturalmente, le nuove generazioni, hanno un approccio diverso con il consumo, la proprietà, il denaro. E la felicità, come il divertimento, statene certi, non soffrono: anzi gli italiani viaggiano, stanno in vacanza, anche qui, però, con modalità diverse dal passato. Quindi il «commerciante” deve entrare nell’ordine di idee che se in passato si prendeva un appartamento all’anno oggi non lo può più fare, pace e amen, non soffrirà e non starà male..
Poi, per stare nella scuola della matematica come opinione ci dimentichiamo l’anomalia italiana. Siamo il Paese che risparmia di più al mondo e, non tanto paradossalmente, questo virus risparmioso si diffonde  durante i periodi di profonda crisi. Così è andata. Gli ottanta euro (come la diminuzione delle bollette e delle tariffe, dalla benzina alla luce) dati dal Governo come calo  della pressione fiscale, sono rifugiati in banca. E vedrete sarà così anche per la tassa sulla casa che è stata tolta da quest’anno. Se affianchiamo al risparmio al top il dato che da noi si evade e c’è un sommerso (che in alcuni casi fa anche welfare)  a cifre impressionanti,  il gioco della lettura del Pil che non cresce è belle che fatto. È come dire l’edilizia non tira: costruire, costruire, d’accordo, ma ci sarà una fine se l’80% degli italiani sono proprietari di una casa! Le imprese si dovranno dedicare di più alle ristrutturazioni.  Chiedere, quindi, conto a Renzi perché il Pil non cresce è ingeneroso. L’Italia ha perso per strada la grande industria (ad esempio la chimica) e si è riconvertita con piccole e medie imprese, una struttura che fa molto – vedi l’export – ma che da sola non può colmare il gap dei grandi numeri.
MAURIZIO GUANDALINI
Economista e giornalista

8 Marzo 2016
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