In fondo al bosco
7:43 pm, 16 Novembre 15 calendario

Si può sopravvivere alla morte di un figlio?

Di: Redazione Metronews
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CINEMA Ogni anno scompaiono 8 milioni di bambini nel mondo, 270 solo in Europa. Mentre i casi di infanticidio in Italia nel 2014 sono stati 39, 19 in più rispetto al 2012, con un’incidenza più alta al Nord (51,5%) che al Sud. Ruota attorno a questo terribile tema “In fondo al bosco”, la prima produzione originale Sky Cinema a uscire direttamente al cine (da giovedì 19). Atmosfere a metà tra il thriller e il mistery, il film diretto da Stefano Lodovichi, racconta di Tommi, un bambino di 9 anni ritrovato cinque anni dopo la sua scomparsa. Si può sopravvivere alla perdita di un figlio? Se lo chiede Filippo Nigro che nel film interpreta Manuel, il padre del bambino scomparso.
Nigro, come si fa ad andare avanti dopo un evento così drammatico?
Ci si prova, ognuno lo fa a modo proprio. Il mio personaggio combatte contro i sensi di colpa, la negazione, la rabbia. È una tragedia che mette a dura prova l’individuo e la coppia».
Cosa l’ha affascinata del personaggio?
Le modalità di sopravvivenza a questa perdita e i risvolti psicologici: rabbia, negazione, senso di colpa. È stata una sfida. Manuel è un uomo solo che ha tutti contro, ha una rabbia interiore pronta a esplodere, ma non scappa, affronta tutto. È stato devastante interpretarlo.
L’ha aiutata essere padre?
No, un buon attore è capace di fare un ruolo così. Poi personalmente cercavo proprio di non pensarci perché emotivamente è stato faticoso.
Il film esce in un momento storico particolare, lei ha 3 figli, di cosa ha paura?
Ho più ansia del solito, sono preoccupato, cerco di tranquillizzare i miei figli e comunque resto un ottimista. BARBARA NEVOSI

16 Novembre 2015
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