Mattarella, una firma nel silenzio più totale
Finalmente ci siamo! Tutto è compiuto, con l’ultima fatica legislativa del Presidente Mattarella, che ignora bellamente le migliaia di proteste e le richieste di udienza, trascurando pure innumerevoli e autorevoli pareri sull’illegittimità di questa riforma. Ha firmato in tempo di record. Ha firmato mentre i capigruppo delle opposizioni attendono una sua risposta. Ha firmato con le associazioni di categoria unite alla sua porta. Ha firmato nonostante la quasi totalità dei docenti del mondo della scuola non voglia questa riforma. Noi dei Gessetti Rotti abbiamo consegnato a suo tempo 90.000 firme, chiedendo di essere ascoltati, ma al Colle tutto ha taciuto e tace. Non ci stupiamo della firma, in fondo scontata, ma ribadiamo l’assurda modalità con cui tutto si è svolto. Nel silenzio assordante delle istituzioni, senza nessuna sbavatura. Abbiamo semplicemente assistito al “sigillo finale” d’ufficio senza nessuna attenzione alle voci contrastanti, su cui è calata l’ironia di un ministro che ha palesemente impedito il contradditorio mediatico. Nessuna attenzione alle modalità antidemocratiche con cui questa riforma è stata condotta. Forse è inutile discutere ancora su come sia stato condotto il dibattito al senato, è inutile discutere sull’’imposizione della fiducia rispetto a un provvedimento che contiene deleghe al governo.
Ci aspettavamo che il Presidente Mattarella ricevesse almeno i capigruppo e magari spiegasse i motivi del suo nulla osta. Nulla di tutto ciò. Dal 1 settembre le scuole saranno nel caos. Ci aspettiamo un anno scolastico particolarmente rovente. Un anno scolastico in cui le scuole inizieranno le attività prive di molti docenti. Ci aspettiamo il caos delle nomine dell’ultimo minuto, interpretazioni estemporanee di una riforma piena di norme spesso in contraddizione tra di loro. Se la buona scuola è quella affidata al potere assoluto dei presidi,
se la buona scuola è quella in cui docenti devono essere sempre in conflitto con i colleghi, con ansie da prestazione che garantiscano la sopravvivenza, se la buona scuola è quella in cui la stabilità non esiste affatto, si cambi il nome a questa “riforma”: la si chiami “la scuola del caos” oppure “la scuola nostra”.
GESSETTI ROTTI
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