Isis/Terrorismo
8:33 pm, 26 Maggio 15 calendario

La guerra all’Isis che nessuno fa sul serio

Di: Redazione Metronews
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INTERVISTA «Ogni tentativo di riprendere Ramadi sarà difficile e costoso», sostiene Joseph Fitsanakis,  professore presso la Coastal Carolina University, South Carolina, specialista in intelligence e antiterrorismo.  «Ramadi è una città di oltre 500.000 persone (anche se diverse migliaia sono fuggite) -continua- e uno scenario di guerra urbana è estremamente arduo. Inoltre, Ramadi è una città sunnita, con forti legami con l’establishment militare iracheno del regime di Saddam Hussein. Anche se non sono d’accordo con ISIS, i sunniti della città lotteranno tenacemente contro l’esercito iracheno, che è ora dominato dagli sciiti.
 Quanto tempo ci vorrà?
Se ISIS decide di tenere Ramadi per motivi di strategia o prestigio, sarà molto dura.
E riconquistare Palmyra?
Il regime siriano deve riprenderla. Fino a quando non è stata presa dal ISIS, Palmyra è stata al centro del percorso principale  per il transito di armi al governo siriano dall’estero, soprattutto dall’Iran. Questo è il motivo principale per cui ISIS ne ha preso il controllo.  L’esercito siriano dovrà bombardare la città, ma questo non è più così facile, perché ISIS ora ha capacità antiaeree formidabili.
Il capo del Pentagono ha detto che Ramadi è caduta perché le forze irachene – nonostante la forza dei numeri – non avevano la volontà di difendersi. È vero?
Il funzionario del Pentagono ha ragione, tranne quando ha usato il termine “forze irachene”, se mai sciiti iracheni. Non ci sono quasi sunniti lasciati nelle Forze Armate irachene. Molti sunniti stanno combattendo a sostegno dell’ ISIS o per le tribù sunnite alleate: credono che se perdono  contro l’esercito iracheno saranno estinti come popolo.
 Il generale responsabile delle attività paramilitari iraniane in Medio Oriente ha detto che gli Usa e le altre potenze sono inadeguate per affrontare lo Stato islamico.
Ci sono troppi disaccordi per un fronte unito. Gli Stati Uniti vogliono che ISIS perda, ma nessun presidente americano manderà soldati americani di nuovo in Medio Oriente, dopo il fiasco in Iraq. Inoltre, Washington non va molto d’accordo con l’avversario più temibile di ISIS, l’Iran. L’Arabia Saudita è nominalmente contro ISIS, ma sa che se ISIS perde contro gli iraniani, l’Iran dominerà la regione, e nessuno a Riyadh vuole questo. La Turchia è anche nominalmente contro ISIS, ma è anche contro i curdi, che sono assistiti dall’ Iran per combattere ISIS. Quindi non sta aiutando quanto potrebbe.
Cosa porterà tutto questo?
La frammentazione all’interno del fronte anti-ISIS continuerà, nell’attesa di un maggior impegno Usa, altamente improbabile. Questa guerra è, in sostanza, una partita a scacchi multiforme, in cui non ci sono alleanze genuine.
DMITRY BELYAEV

26 Maggio 2015
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