Un Kurt Kobain così non si era mai visto

“Mi sento giudicato 24 ore su 24, far parte di una band è davvero una cosa pesante e poi il successo non vale la pena”. Parola di Kurt Cobain, leader dei Nirvana che da quel successo fu travolto o, forse, semplicemente non ce la faceva a vivere.
CINEMA A raccontarci i tormenti della grande stella del grunge è Bret Morgen nel film “Kurt Cobain. Montage of Heck” (dal 28 nei cinema), grazie all’enorme massa di materiale inedito (testimonianze di Courtney Love incluse) messo a disposizione dalla figlia Frances. Nei filmini familiari vedremo un bimbo di 2 anni già magnetico e geniale, ma che pochi anni dopo si trasforma in un ragazzino iperattivo  che la madre non riesce a gestire e che comincerà a essere sballottato da una casa all’altra perché nessun parente riesce a reggerlo per più di qualche settimana. Un Kobain già fragile, che si sentiva semplicemente non voluto, solissimo, desideroso “di spaccare tutto”. Il rock come sola valvola di sfogo. Una valvola Insufficente. SILVIA DI PAOLA