Zingaretti torna in Rai

Bisogna vedere la morte in faccia, allora tutto può cambiare. Anche quella di un amico. Di certo cambia per il giudice Alberto Lenzi, pigro, indolente, demotivato, che solo dopo l’omicidio di un amico alza la testa e inizia la sua battaglia. È la storia de “Il giudice meschino”, in onda su Rai1 il 3 e il 4 marzo. Firmato da Carlo Carlei, è  interpretato da Luca Zingaretti che torna in tv nei panni di un uomo di legge, ma, avverte, «dimenticate Montalbano».
Che cosa vuol dire?
Che so che vedendolo, lo accosteranno a Montalbano, ma non c’è connessione tra i due personaggi, uomini diversissimi. Infatti mi sono chiesto a lungo se fosse opportuno accettare il ruolo di un altro uomo di legge.
E chi è Lenzi?
Un uomo che non crede più nel suo lavoro, un meschino che con uno scatto d’orgoglio diventa eroe quando il più caro amico viene ucciso. Indagava su un traffico di rifiuti radioattivi. È un gentiluomo del sud, un personaggio non sopra le righe, molto reale.
Le pesa essere continuamente legato a Montalbano?
Diciamo che non ho paura di restare legato al personaggio. Non mi sento schiacciato, anche se Montalbano è stato un successo planetario,  superiore persino a “La Piovra”. Ma nella mia vita ho interpretato Montalbano per due mesi ogni tre anni e per il resto ho sempre lavorato su altre cose. Amo il mio lavoro e non mi sono mai fermato. Ho interpreto Perlasca, il giudice Borsellino, Adriano Olivetti, e anche il giudice Lenzi fa parte di una galleria di figure forti. L’ho scelto perché mi sento sicuro:  so che non sono legato a Moltalbano.
Silvia di Paola