Vivere con un animale fa bene ai “nonni”
In Italia sono 14,5 milioni gli over 65. Tra loro, il 20% è diabetico e il 54% iperteso. Moltissimi “nonni”, anche a causa della solitudine, soffrono di depressione. Il cambiamento degli stili di vita, in particolare un moderato esercizio fisico quotidiano, come portare a spasso un cane, potrebbe migliorare significativamente le loro condizioni di salute, con effetti positivi anche sul sistema sanitario nazionale.
Lo studio del Centro studi Sic-Sanità su animali e “nonni”
In questo contesto si colloca lo studio del Centro studi Sic-Sanità dal quale emerge che sarebbe possibile risparmiare ben 3 miliardi di euro sulla spesa sanitaria se tutti gli anziani avessero un animale domestico.
«Scegliere la compagnia di un animale domestico significa molto per gli anziani meno autosufficienti – spiega la ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli -. Spesso l’età avanzata impone limiti fisici che con l’aiuto di un pet possono essere risolti, come nei casi dei cani guida per persone con difficoltà visive. Ampliano molto le possibilità di relazione con il mondo esterno, aiutano nello svolgimento delle attività quotidiane e domestiche, riducono la solitudine. L’adozione va seriamente presa in considerazione, con il supporto dei familiari».
La campagna “Adotta un cucciolo, ritrova la salute”
E allora cosa c’è di meglio che pianificare una campagna come “Adotta un cucciolo, ritrova la salute” organizzata da Senior Italia FederAnziani il cui obiettivo è di ottenere in 6 mesi, da ottobre a marzo, l’adozione di 10 mila animali.
«La campagna – spiega il presidente Roberto Messina – è l’evoluzione di un’iniziativa che nel 2019 ci ha dato grandi soddisfazioni. La riproponiamo perché il guadagno è per tutti: le persone starebbero meglio, cani e gatti troverebbero una casa, le casse statali e quelle comunali risparmierebbero nella gestione degli animali in stallo nelle strutture, così da poter investire maggiormente nel welfare. Abbiamo distribuito locandine nei centri anziani per stimolare anche familiari e caregiver a prendere in considerazione questa possibilità. Sul nostro sito, su quello di Asi Associazione sportiva italiana e di Vitattiva è presente un elenco di canili e gattili a cui è possibile rivolgersi».
Entrando nello specifico, Raimondo Colangeli, vicepresidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), dichiara: «Adottare un pet significa toglierlo dai rifugi, garantire anche a lui una vita migliore. Oltre al benessere fisico, prendersi cura di un cucciolo garantisce anche un beneficio psicologico, perché l’anziano torna ad avere responsabilità verso qualcuno che dipende da lui e deve riprendere orari e routine: sveglia, uscite nel caso di un cane, pasti».
«Il gatto, sebbene non richieda la passeggiata fuori casa – aggiunge Colangeli – ha comunque bisogno di accudimento, cibo e intrattenimento ludico».
La scelta tra cane e gatto per i “nonni”
Riguardo l’esiziale scelta tra cane o gatto, Colangeli non ha dubbi: «Il veterinario diventa la figura trainante per aiutare nella scelta della specie giusta e della razza a seconda delle caratteristiche della persona. Le visite pre adozioni svolte gratuitamente negli studi sono elementi importanti».
Infine, un appello. «Per spingere chi vive della sola pensione a prendere un animale – prosegue Colangeli – sarebbe anche importante poter garantire diminuzioni o detrazioni dell’Iva per cure mediche e acquisti di cibo. È una richiesta che come Anmvi abbiamo fatto già anni fa, con la raccolta di più di 100 mila firme. Senior Italia FederAnziani chiede la stessa cosa per le persone con ipertensione o diabete: speriamo che le nostre richieste vengano accolte».
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