Solamente 51 ostaggi nella Striscia di Gaza sono ancora vivi
Secondo le ultime valutazioni dell’intelligence israeliana riportate dal quotidiano Israel Hayom, solamente 51 degli 101 ostaggi presenti nella Striscia di Gaza sono ancora vivi. Questa situazione critica si è verificata dopo il rapimento di 215 persone durante l’assalto di Hamas avvenuto il 7 ottobre in Israele. Hamas ha dichiarato la morte di alcuni ostaggi durante i raid condotti da Israele sulla Striscia di Gaza.
Israele si mostra pessimista riguardo alle possibilità di raggiungere un accordo sugli ostaggi, sottolineando che Hamas insiste sulla cessazione totale della guerra. Le fonti israeliane riportate da Ynet affermano che le probabilità di un accordo sono scarse, e che Israele subirà una forte pressione per porre fine al conflitto a Gaza, indipendentemente dall’esito delle elezioni negli Stati Uniti.
L’ultima proposta sul tavolo prevede un mese di tregua in cambio della liberazione di 11-14 ostaggi, con particolare attenzione al rilascio di donne e anziani ancora trattenuti nella Striscia di Gaza, oltre alla scarcerazione di detenuti palestinesi.
Nel frattempo, i bombardieri B-52 degli Stati Uniti sono arrivati nella regione del Medio Oriente, come annunciato dal Centcom. Questo mentre Israele ha individuato potenziali obiettivi in Iraq in risposta agli attacchi delle milizie filoiraniane nel Paese, con l’intento di contrastare il trasferimento di missili balistici e attrezzature strategiche da parte di Teheran.
Israele ha intensificato il monitoraggio e l’identificazione di potenziali obiettivi delle milizie sostenute dall’Iran, nonché degli obiettivi iracheni. Inoltre, Baghdad è stata avvertita di mantenere sotto controllo le milizie e impedire loro di utilizzare il territorio per lanciare attacchi, come riportato dal sito.
Fonti irachene hanno manifestato preoccupazione per l’uso dell’Iraq da parte dell’Iran per spostare il conflitto lontano dal proprio territorio. I funzionari iraniani minacciano sempre più di lanciare un nuovo attacco contro Israele in risposta all’attacco del 26 ottobre da parte di Gerusalemme alla Repubblica islamica, che ha colpito basi e strutture militari e ha causato la morte di almeno cinque persone secondo l’Iran.
Gli attacchi di ritorsione da parte di Israele contro le strutture militari iraniane sono avvenuti poco dopo l’attacco della Repubblica islamica all’inizio di ottobre, in cui l’Iran ha lanciato circa 200 missili balistici contro Israele, causando la morte di un palestinese in Cisgiordania. Ulteriori azioni offensive da entrambe le parti potrebbero destabilizzare ulteriormente il Medio Oriente, già coinvolto nella guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza e nell’operazione terrestre di Israele in Libano, portando a un conflitto regionale più ampio poco prima delle elezioni presidenziali statunitensi in programma per martedì.
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