Torino
5:00 am, 13 Giugno 24 calendario

Crypto-artist indagato per evasione fiscale di 3.3 milioni di euro

Di: Redazione Metronews
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Indagato un noto crypto-artist per reati tributari legati all’omissione delle dichiarazioni di compensi ricevuti per aver creato e venduto opere d’arte digitali. L’artista, che veniva pagato in criptovalute, non avrebbe dichiarato circa 3,3 milioni di euro.

L’indagine sul reato fiscale commesso dal crypto-artist

L’indagine, che è stata portata avanti dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino, in co-delega con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma, reparto del corpo deputato al contrasto degli illeciti economico finanziari che avvengono in rete, si è conclusa con l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo nei confronti del crypto-artist italiano indagato per reati tributari.

Omessa dichiarazione fiscale dei compensi percepiti

Il 1° Nucleo Operativo Metropolitano Torino è partito da una segnalazione inviata dal reparto speciale del corpo relativa all’omessa dichiarazione ai fini fiscali di considerevoli compensi percepiti dall’artista a seguito della creazione e vendita di NFT (non fungible token), termine con il quale si definiscono, appunto, i certificati digitali attestanti l’originalità e il possesso di un particolare contenuto elettronico, e che sono assimilabili, da un punto di vista fiscale, a vere e proprie opere d’arte.

L’evasione fiscale ammonterebbe a circa 3,3 milioni di euro

In particolare, partendo dalla segnalazione, è stato analiticamente riscontrato come, a fronte delle numerose cessioni di opere d’arte digitali (NFT) avvenute su portali online dedicati, rilevate sulla blockchain, l’artista, per gli anni d’imposta 2021 e 2022, abbia sistematicamente omesso di dichiarare i compensi percepiti in criptovaluta pari a circa 3,3 milioni di euro, costituenti reddito da lavoro autonomo, determinando un’evasione fiscale penalmente rilevante.

Sequestrati al crypto-artist oltre 836 mila euro

Il Gip del Tribunale di Torino ha quindi emesso un decreto di sequestro preventivo corrispondente all’imposta evasa e non versata all’erario, eseguito appunto mediante il supporto tecnico del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma, che ha permesso di cautelare criptovalute per un controvalore complessivo di 836 mila 375,54 euro.

Le ulteriori attività hanno consentito, inoltre, di individuare, sulle piattaforme di vari exchange transazioni di conversione di criptovalute in moneta fiat, idonee a generare plusvalenze, non imputate nelle previste dichiarazioni dei redditi, per ulteriori 34 mila euro che sono state segnalate agli uffici finanziari competenti insieme alle violazioni inerenti agli obblighi normativi in tema di monitoraggio fiscale.

13 Giugno 2024 ( modificato il 12 Giugno 2024 | 11:40 )
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