8:58 am, 12 Giugno 24 calendario

Chi elegge il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

A cura di ACS
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Il corso di formazione dedicato ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza ha una durata di 32 ore, e deve essere seguito da un aggiornamento periodico. L’aggiornamento rls, infatti, è ritenuto indispensabile da una parte al fine di affinare le competenze che sono già state acquisite, e dall’altra parte per approfondire le conoscenze, che devono essere tenute aggiornate sia dal punto di vista legislativo (nel corso del tempo le norme possono cambiare) sia dal punto di vista tecnico (le tecnologie si evolvono molto rapidamente, e bisogna essere in grado di gestirle e utilizzarle in modo appropriato).

I corsi di aggiornamento per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza

Vale la pena di precisare, tuttavia, che l’aggiornamento periodico destinato ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza non è sempre obbligatorio. In particolare, esso non è necessario nelle aziende che hanno da un minimo di uno a un massimo di quindici dipendenti. Nelle aziende in cui i dipendenti sono più di quindici e non più di cinquanta, invece, l’aggiornamento deve essere effettuato una volta all’anno e ha una durata di quattro ore. Infine, nelle aziende con più di cinquanta dipendenti l’aggiornamento – sempre con cadenza annuale – prevede un corso della durata di otto ore.

Che rapporto c’è tra il datore di lavoro e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Il ruolo che viene rivestito dai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza può essere considerato di consulenza. Tali figure, in sostanza, sono chiamate a garantire una sorta di mediazione fra i lavoratori, i dirigenti e i datori di lavoro, con riferimento alle misure di prevenzione e sicurezza che devono essere seguite e messe in pratica. Un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, dunque, si può definire anche come un consulente con una formazione specifica riguardante la sicurezza sul lavoro, e viene designato o eletto dai lavoratori di cui si porrà al servizio.

Quali obblighi ha il datore di lavoro

I dirigenti e il datore di lavoro sono tenuti a consultare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza in riferimento a tutte le decisioni che devono essere prese in materia di sicurezza e salute sul lavoro. Questo vuol dire che egli deve essere chiamato in causa, tra l’altro, quando si tratta di scegliere i dispositivi di protezione individuale da adottare, le procedure di sicurezza da mettere in atto, le misure di miglioramento su cui puntare, la nomina di coloro che in ambito aziendale si dovranno occupare della sicurezza, e così via.

Un punto di riferimento per i lavoratori

Alla luce di tutto ciò che si è detto fino a questo momento, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è un vero e proprio punto di riferimento per i lavoratori in relazione a tutti gli aspetti che riguardano la protezione e la prevenzione sul posto di lavoro. Egli, fra l’altro, ha la facoltà di ricorrere alle autorità competenti nel caso in cui pensi che il dirigente o il datore di lavoro abbiano adottato delle misure di protezione o di prevenzione dei rischi non adatte ad assicurare la salute e l’incolumità dei lavoratori.

Che cosa fa il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, in azienda, ha la possibilità di accedere a tutti i luoghi di lavoro nei quali vengono svolte le attività lavorative. Una volta individuati dei rischi, avverte di ciò il responsabile aziendale; inoltre, prende parte alla riunione periodica ed è tenuto a proporre osservazioni in presenza di autorità competenti che intervengono in azienda per verifiche o visite. Oltre ad avanzare suggerimenti a proposito delle attività di prevenzione, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è chiamato a promuovere l’identificazione, la selezione e la messa in pratica di misure di prevenzione che siano in grado di tutelare la sicurezza e l’incolumità dei lavoratori. Ricevendo le informazioni che giungono dai servizi di vigilanza e i documenti necessari per la valutazione dei rischi, ha la possibilità di essere consultato in merito a molteplici aspetti: le modalità di organizzazione della formazione destinata ai dipendenti, la designazione degli addetti alle emergenze, la scelta del medico competente e la nomina del responsabile e degli addetti al servizio di prevenzione e protezione. Il datore di lavoro, in sintesi, deve consultare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza in maniera tempestiva e preventiva sia per la valutazione dei rischi che per le misure di miglioramento correlate.

Il riferimento normativo

Il riferimento normativo per ciò che riguarda, nel nostro Paese, la sicurezza sul lavoro – sia nelle aziende private che nelle amministrazioni pubbliche – va individuato nel cosiddetto Testo unico per la Salute e la Sicurezza dei lavoratori, vale a dire il D. Lgs. n. 81 del 2008, insieme con le modifiche e le integrazioni successive che sono state applicate a tale decreto. Proprio questo testo indica le varie figure la cui presenza è obbligatoria nei contesti lavorativi: è il caso, appunto, dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, cioè i soggetti che vengono designati o eletti al fine di rappresentare i lavoratori sui temi riguardanti la sicurezza. Il ruolo di rappresentante dei lavoratori per la sicurezza non può essere svolto da chi già riveste la funzione di responsabile o di addetto al servizio di prevenzione e protezione. Nelle aziende con più di mille lavoratori è necessaria la presenza di almeno sei rappresentanti; nelle aziende con più di duecento lavoratori (e meno di mille) sono richiesti almeno tre rappresentanti; nelle aziende con non più di duecento lavoratori è sufficiente un rappresentante.

12 Giugno 2024 ( modificato il 11 Giugno 2024 | 11:03 )
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