MR. Double Kappa
12:01 am, 28 Maggio 24 calendario
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MR. Double Kappa: “Il vero rapper è nudo”

Di: Orietta Cicchinelli
MR. Double Kappa
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Mauro Collepiccolo, in arte MR. Double Kappa è un rapper nel cuore e nell’anima: “perché il vero rapper è nudo”, afferma senza ombra di dubbio. Con un passato da militare – nella vita fa anche la guardia giurata, un mestiere che racconta in Gpg, “omaggio a tutte le guardie giurate” – 37 anni romano, da Labaro (Prima Porta) si racconta a Metro.

MR. Double Kappa e il rap

«Porto la mia esperienza e soprattutto quel che si vive nelle borgate, ai giovani, attraverso i miei testi e la mia musica che nasce dall’osservazione di quel che mi accade intorno. Sottolineo e racconto tutto quello che non va, senza fare sconti a nessuno: e c’è tanto che non va nella mia borgata come nelle altre di ogni metropoli», confessa l’artista.

Oggi i rapper si fanno chiamare con un acronimo del loro nome, mentre il suo è una scelta mirata che contiene un messaggio.
«La K nel mio nome significa speranza: in greco antico Kairos (momento opportuno, ndr). Quindi sono il Signor doppia speranza, in un mondo pieno di disagi. Mi sembrava la scelta giusta».

Ma andiamo alle origini di MR. Double Kappa.
«Ho iniziato a fare sul serio con la musica 15 anni fa, insieme a un gruppo, i Traccia 23. Poi ci siamo separati e ognuno per la sua strada: c’è chi come me ha continuato a fare rap e chi ha preferito cambiare mestiere. Ho fatto varie collaborazioni con il rapper e produttore Jack The Smoker di Macerie, che canta con Salmo. Ero anche nel gruppo KRC da cui mi sono distaccato perché gli altri componenti seguivano troppo la mia scia».

Due nuovi singoli in arrivo

«A breve usciranno Panamera ed Evolution. Ci sarà una sorpresa che sto realizzando con Leo Ferilli (nipote dell’attrice Sabrina Ferilli, ndr): Cielo è il titolo del nuovo pezzo che sarà pronto per l’estate. Un altro tormentone? Chissà!».

La passione per il teatro.
«Ho iniziato a recitare da ragazzino con una compagnia, amatoriale. Poi ho lavorato con Aldo, Giovanni e Giacomo, con Anna Mazzamauro, ho fatto uno spettacolo al Quirino, una comparsata per Don Matteo VII. Ma il rapper è sempre stata la mia passione e 10 anni fa ho iniziato il percorso da solista».

C’è un pregiudizio sul rap.
«Questo perché la musica italiana è ancora improntata sul classico, mentre con il rap possiamo essere più liberi e attaccare chiunque, senza limiti né confini».

Sanremo ha davvero sdoganato il rap in tv?

«In realtà sul palco dell’Ariston i cantautori non portano il vero rap… Anche Lazza al Festival non era il vero e puro Lazza. Ha portato un pezzo edulcorato per la situazione… Si è adeguato».

C’è il rap e la trap.
«Ci sono rapper che contribuiscono a posteggiare ricchezze e criminalità, quelli che fanno la trap, e altri, come noi, che non la vogliono e raccontano storie di vita personale, a livello underground, contro la criminalità a ogni livello».

I pessimi esempi per i più giovani.
«I miei genitori mi hanno insegnato che devi lavorare per raggiungere i tuoi obiettivi. I trapper invece ostentano auto di lusso, abiti e gioielli costosi, come fa Tony Effe, che è un elemento da non seguire. Però i ragazzini sono attratti dalle ricchezze effimere, dai soldi facili… chimere!».

Modelli da seguire.
«Tutta la Macete, Gemitaiz, Bresh, Frankie Hi-NRG, Achille Lauro, J-Ax… Marra? No: un vero rapper non può girare, come fa lui nel video di Badabum Cha Cha, in groppa a un elefante al centro di Milano. Perché il vero rapper è nudo!».

Pianeta giovani

«L’abuso delle tecnologie è il vero male del secolo: crea un problema di attenzione enorme e i giovani non leggono più. La lettura richiede riflessione e tempo: è più facile scrollare sullo schermo del telefono e illudersi così di sapere cose e conoscere gente».

Il ruolo dei social.
«Instagram e Fb e TikTok, sono usati male e non danno più spazio alla creatività ma alle stupidaggini. Colpa dei trapper che fanno capire ai giovani che non devono fare sacrifici né studiare, perché contano solo i soldi. E, come diciamo noi: ignoranza in abbondanza!».

Tra MR. Double Kappa e gli altri rapper.
«Io racconto di un mondo problematico, certo, ma senza far ricorso a canne e spinelli. Nulla in contrario con chi ne fa uso, ma perché ostentarle nei video come fossero una bella cosa da imitre? L’esempio conta, eccome! Io uso solo me stesso in scena, anche se a livello di outfit metto cose tipo anelli, collane vistose… Quando canto, poi, si capisce quel che dico, al contrario dei trapper che biascicano parole spesso incomprensibili».

L’incoerenza.
«Molti trapper sono una vera contraddizione: se indossi crocifissi al collo e poi bestemmi e ti comporti male dalla mattina alla sera non sei reale!».

28 Maggio 2024 ( modificato il 27 Maggio 2024 | 17:28 )
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