Wikileaks
9:30 pm, 20 Febbraio 24 calendario

Assange, atteso per domani il verdetto sull’estradizione

Di: Redazione Metronews
Assange
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È atteso per domani il verdetto dell’Alta Corte britannica che deciderà sull’estradizione di Julian Assange negli Usa, dove è ricercato per aver violato il National Espionage Act.

Assange, atteso per domani il verdetto sull’estradizione

Assange, detenuto dal 2019 a Londra, è accusato di aver pubblicato attraverso WikiLeaks, dal 2010, circa 700mila documenti riservati su attività militari e diplomatiche degli Stati Uniti, in particolare su crimini di guerra compiuti dai soldati statunitensi durante i conflitti in Iraq e Afghanistan. E di aver messo così in pericolo molte vite. Ma finora non è emersa alcuna responsabilità in tutti questi anni di fatti simili, stando almeno alle cronache.

Secondo le accuse sarebbe invece una spia da processare e, come tale, nel caso venga ritenuto effettivamente colpevole, rischia una pena detentiva fino a 175 anni in un istituto di pena Usa. Ieri Assange non era presente in aula per motivi di salute.

Le tappe del processo

Il cofondatore di WikiLeaks si era rivolto al tribunale inglese per presentare appello contro l’estradizione negli Stati Uniti. Adesso si è arrivati a un punto di non ritorno. Nel caso il ricorso non venisse accolto sono terminate per il prigioniero di Belmarsh le possibilità di azione legale in Gran Bretagna e l’unica soluzione in tal senso resterebbe il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, la Cedu.

Ci si interroga intanto anche sulle eventuali ricadute diplomatiche della vicenda giudiziaria, dato che l’Australia vorrebbe che Assange facesse ritorno in patria, senza essere estradato negli Usa. Il primo ministro del Commonwealth dell’Australia, Anthony Albanese, si è speso per questo anche nel corso del suo ultimo viaggio negli Usa.

La moglie di Assange: «È il caso Dreyfus del XXI secolo»

Stella Moris, avvocata e moglie di Julian, ha dichiarato alla Bbc che questa vicenda giudiziaria – definita da alcuni il caso Dreyfus del XXI secolo – è «destinata a decidere se egli vivrà o morirà». Davanti alla Royal Courts of Justice di Londra, sede dell’Alta Corte inglese, per tutta la giornata numerosi attivisti e sostenitori del giornalista australiano hanno parlato da una postazione improvvisata, chiedendo la sua liberazione e invocando la libertà di stampa e la difesa dei diritti umani. «Se lui non è libero, nessuno è libero», lo slogan, mentre nastri dorati con la scritta «Liberate Julian Assange subito!» sventolavano fuori dal tribunale, sulle ringhiere di metallo o appese ai rami degli alberi.

20 Febbraio 2024
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