Musica
3:00 pm, 5 Dicembre 23 calendario

Renato Zero: «Dietro il mio Autoritratto c’è la voglia di scendere in piazza»

Di: Patrizia Pertuso
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«In questo Autoritratto non mi sono voluto incensare, ho semplicemente tirato le somme». Ci tiene a sottolinearlo Renato Zero, 73 anni all’anagrafe, 37 di spirito, durante la presentazione del suo nuovo album, fuori venerdì 8 dicembre. Tredici brani inediti accanto a canzoni che il pubblico ha potuto apprezzare dal vivo nel corso dei monumentali festeggiamenti di 070 al Circo Massimo («Ho speso 140 mila euro – racconta – perché il pubblico potesse sedersi invece di restare in piedi in mezzo al fango e lo rifarei»)  e sui palcoscenici del tour Zero a Zero – Una sfida in musica, ora in versione studio.

«L’Autoritratto è il bisogno di mettersi a nudo»

«L’Autoritratto – spiega Renato Zero – potrebbe essere il bisogno di mettersi a nudo. Certe mie fragilità così come le mie lacrime si sono palesate nei concerti e il pubblico mi conosce meglio di me, non voglio essere reticente. Quando chiedevo loro di non cantare ai concerti lo facevo perché volevo mostrare quello che avevo imparato ad essere, un interprete. Una volta dimostrato questo, il pubblico si impossessa della partitura della canzone e io resto muto perché non è più necessario dimostrare niente. Ora siamo nel “tana libera tutti”».

«Le mie canzoni sono una specie di pronto soccorso»

Quel “tana libera tutti” che, grazie ad anni di carriera e di successi, permette all’artista di ammettere: «Non avrei mai sospettato di diventare quello che sono. Quando per strada un ragazzo di 16 anni mi chiama Maestro, sento subito che è un ruolo che non mi sento di ricoprire. Ormai, quello che una volta era un gioco è diventato una professione: una canzone non chiede tanto, vuole essere apprezzata e canticchiata anche da chi è stonato. Le mie canzoni sono state una specie di pronto soccorso: hanno guarito l’animo di tante persone, lo dico anche con vanto e orgoglio. Le canzoni sono sempre servite a tanto, basti pensare a quelle degli alpini, a quelle che hanno fatto due guerre o a quelle che accompagnano una sconfitta. Dietro una sconfitta ci sta bene una canzone, è una rabbia che diventa necessaria. Zero è il loro supporto ideale ma la responsabilità delle scelte spetta sempre al signor Fiacchini».

L’Autoritratto di Renato Zero e Renato Fiacchini

Così da una parte c’è Renato Zero, dall’altra il signor Renato Fiacchini.

Zero apre Autoritratto con un brano, Bellissimo Niente che, come spiega lui stesso, «è l’apertura anche sorridente di un tracciato. Quel niente di cui sono entrati in possesso quelli della mia generazione – ci vestivamo con niente, ci nutrivamo con niente, ci divertivamo con niente – non vuol dire inoperosità, ma libertà. Vivevamo di niente, siamo venuti dal nulla: il senso a quel niente glielo abbiamo dato noi con le nostre azioni e, quando un’azione è compiuta, il niente diventa tutto».

Tra i brani anche uno in cui racconta il Natale: «Ho sentito il bisogno di cantare il Natale. Ne ho vissuti di belli e poetici in cui gli abeti erano veri e l’atmosfera ti obbligava a deporre le armi. Adesso è tutto sbiadito, impoverito».

E qui, arriva il signor Renato Fiacchini che compie una disamina della realtà, dalla tv ai femminicidi, dalla politica all’economia.

«E’ tempo di scendere in piazza contro il potere»

«E’ tempo di scendere in piazza contro il potere mettendoci la propria faccia e il proprio nome – prosegue Renato Zero/Fiacchini -. Mai come ora la piazza dovrebbe ripopolarsi. Basta stare in casa a piangersi addosso. In passato siamo scesi in piazza per molto meno. Adesso invece passiamo ore e ore davanti a una televisione che è una macchinazione e quello che offre è vergognoso. Non siamo più attori, ma spettatori impotenti. Ci manca il coraggio per riguadagnare la nostra identità. Oggi la persona è sparita».

«Chiedere 600 euro per un posto letto agli universitari è offensivo»

«I giovani sono insicuri – prosegue l’artista -. Si è giovani una volta sola nella vita e se si è è stato giovane bene, la vecchiaia non fa paura. Se invece la gioventù la si rende sdentata come verranno su questi ragazzi? Nei miei concerti raccomando sempre di essere uniti, parlarsi, raccontarsi. La politica poi è molto distante dai giovani di oggi. Si è visto con la questione degli alloggi universitari. Chiedere 600 euro per un posto letto per frequentare l’ateneo è offensivo».

La presentazione del suo Autoritratto avviene nello stesso momento in cui a Padova si stanno celebrando i funerali di Giulia Cecchettin, la 22 uccisa dall’ex fidanzato, Filippo Turetta. Immancabile, quindi, il riferimento ai femminicidi che scuotono l’Italia.

«I talk show in tv sui femminicidi sono una speculazione»

«I talk show in tv sono inutili – tuona Renato Zero/Fiacchini – . Bisogna mettersi nei panni della vittima e del carnefice sennò non ci si rende conto. Denunciare è un percorso lento e dispersivo: tra la denuncia e la salvezza ce ne corre…. La burocrazia va debellata. Se gli uomini vivessero l’esperienza del parto capirebbero molto di più. Gli uomini ancora oggi non hanno imparato la lezione e le donne pagano per la rabbia di chi non è riuscito fare quello che voleva nella vita. I simposi televisivi ai quali partecipano persone che parlano di tutto anche senza avere titoli per farlo, pagati per esprimere pareri, per me sono odiosi: si tratta di una speculazione bella e buona. Se uno andasse in piazza, anche restando in silenzio, senza slogan,  creerebbe un tale imbarazzo nelle istituzioni che il Governo si sentirebbe costretto a prendere provvedimenti».

Poi, torna Renato Zero e parla ancora di musica, della sua musica, partendo dal presupposto che «per chi vuole fare musica preservarsi è fondamentale, senza contaminazioni».

«I prossimi live sono ancora tutti da immaginare»

A chi gli chiede se sta già pensando ai live, risponde: «Sono ancora tutti da immaginare. Io ho sempre bisogno di sorprendermi. A volte ho realizzato medley perché tutto quello che volevo mettere in un concerto non ci stava. Prima di tutto, devo scegliere un repertorio che vada bene con quello che “indosso” in quel periodo. Quando un clown ha finito il numero, esce di scena, si strucca e va in strada. Se qualcuno lo incontra, lo riconosce e gli dice “bravo”, allora non serve più truccarsi. Forse punterò su show più minimal ma non farò mai a meno dell’orchestra. Noi da lì veniamo: siamo tutti figli di Puccini o di Mascagni. Ultimamente ho dovuto rinunciare a un’orchestra italiana; ho chiamato degli amici di Budapest e abbiamo registrato da remoto. Sia chiaro: usare un’orchestra non è tornare indietro col  tempo o invecchiare. L’orchestra è il sale dell’evento musicale. Se potessero suonare di più, costerebbero di meno e sarebbero ancora più bravi».

«Alla prima della Scala ci sono i cartonati»

E, a proposito di grandi compositori, Renato Zero si sbilancia (parecchio) sulla prima al Teatro alla Scala: «Se potessimo avere una foto alla platea della Scala, vedremmo che ci sono sempre le stesse persone: potrebbero essere dei cartonati piazzati lì dall’anno precedente. Alcuni di loro si fanno addirittura beccare con gli occhi chiusi. Non ha senso, la cultura deve essere per tutti».

«Quando si perde un amico, si perde un appoggio e bisogna dare di più»

Nelle battute finali torna Renato Fiacchini che rivolge un pensiero agli amici. «Ne ho persi parecchi. Quando succede si perdono molti appoggi e si diventa più responsabili del proprio operato. Gli amici che non ci sono più ti costringono a non fare di meno per colmare la loro assenza. Raffaella (Carrà, ndr), per esempio, era una mia vicina di casa: me la sono sempre immaginata a 90 anni che cantava il Tuca Tuca sul balcone».

L’Autoritratto di Zero in marzo a Firenze e Roma

Zero si riaffaccia ribadendo di non riuscire a stare lontano dal suo pubblico e si prepara a riabbracciare i fan con i concerti evento che, dal prossimo marzo, lo vedranno protagonista nei palasport di Firenze (il 2-3-5-6 marzo 2024 al Nelson Mandela Forum) e della sua Roma (il 13-14-16-17-20-21 marzo 2024 al Palazzo dello Sport).

I biglietti saranno disponibili dalle ore 11 del 7 dicembre su renatozero.com, vivaticket.com e in tutti i punti vendita Vivaticket.

PATRIZIA PERTUSO

 

 

 

 

5 Dicembre 2023
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