Mostre Milano
5:30 pm, 30 Novembre 23 calendario

Laila Pozzo: «Per Break a Leg! metto in mostra le foto degli Elfi»

Di: Patrizia Pertuso
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Per i 50 anni del Teatro dell’Elfo, dal 2 al 30 dicembre, sulle cancellate dei giardini Indro Montanelli in corso Venezia, verranno esposti i ritratti di scena scattati da Laila Pozzo e raccolti nella mostra Break a Leg Elfo!.

Break a Leg Elfo! ospita 44 fotografie scattate agli attori prima di entrare in scena

Dieci anni di successi in dieci anni di spettacoli raccolti in quarantaquattro fotografie selezionate tra le centinaia di scatti che Laila Pozzo ha fissato su pellicola, inquadrando gli attori poco prima di entrare in scena.

Ogni fotografia fa emergere una storia, un personaggio, un attore e il segno teatrale dell’Elfo, mutevole eppure coerente sia quando porta in scena Shakespeare sia quando incontra gli autori contemporanei. Ogni fotografia riesce a dare forma a quell’istante in cui il sipario non si è ancora alzato, ma gli interpreti sono già entrati nei costumi di scena e, soprattutto, nella parte che, di lì a poco, andranno ad interpretare.

Tra gli spettacoli in mostra Afghanistan, Angels in America, Edipo Re, Otello e Rosso

Gli spettacoli “ritratti” da Laila Pozzo che sono in mostra sono tantissimi e l’unica soluzione per riuscire a citarli tutti è quella di elencarli in rigoroso ordine alfabetico: Afghanistan (nella foto), Alice underground, Alla greca, Angels in America, Atti osceni, L’avversario, Il bambino sottovuoto, Cabaret Ceronetti, Come tu mi vuoi, I corpi di Elizabeth, Dedalo e Icaro, Dove sei, o musa?, L’eclisse, Edipo re, Frost/Nixon, Fausto e Iaio, Gentleman Anne, Il giardino dei ciliegi, Guardie al Taj, Harper Regan, L’ignorante e il folle, L’importanza di chiamarsi Ernesto, Improvvisamente l’estate scorsa, La mia vita era un fucile carico, Moby Dick alla prova, Morte di un commesso viaggiatore, Open, Otello, Mr Puntila e il suo servo Matti, La palestra della felicità, Palma Bucarelli e l’altra resistenza, Quentin Crisp, Re Lear, Rosso, The juniper tree, Robert e Patti, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Shopping and fucking, Il vicario, Viva l’Italia, Il vizio dell’arte.

All’inaugurazione di sabato ci saranno tutti gli “Elfi”

Sabato 2 dicembre, alle 15.30, in occasione dell’inaugurazione di Break a Leg Elfo!, in corrispondenza dell’ingresso del Museo di Storia Naturale in corso Venezia ci saranno anche i protagonisti delle foto.

Laila Pozzo e il progetto Break a Leg!

Laila Pozzo è laureata in Architettura al Politecnico di Milano. Allieva di Giuliana Traverso, è stata assistente di grandi fotografi quali Douglas Kirkland, Sarah Moon e Joyce Tenneson. Ha esposto in mostre personali e collettive e ha vinto vari premi tra cui Le Logge al Toscana Foto Festival per il miglior portfolio e il Lomographic World League. Nel 2016 è stata selezionata dalla Danone come testimonial per il progetto televisivo di branded content “Vivi InSync” che vede il coinvolgimento di sei donne italiane di talento. Nel 2019 le è stato assegnato il 26esimo Trofeo Internazionale – Premio alla carriera miglior fotografa donna. I suoi scatti passano con naturalezza dai ritratti del gotha dell’industria ai reportage nelle più grandi aziende internazionali. Ha collaborato con le maggiori testate editoriali italiane e, appassionata d’arte e cinema, ha creato una sua particolare visione del mondo del teatro dando vita al progetto breakaleg.it.

Signora Pozzo, ci spiega cos’è questo progetto?

«Si tratta di un sito nato ormai dieci anni fa che nasce sulle ceneri di un altro progetto e che vuole raccontare il teatro attraverso le foto, in particolare attraverso i ritratti dei personaggi poco prima della loro entrata in scena. “Break a Leg!” è come il nostro “Merda merda merda”, l’augurio che si fa agli attori. E anche se sul suo significato letterale ci sono diverse interpretazioni, ho voluto chiamare così questo progetto proprio per augurare il meglio allo spettacolo».

Tra le foto che saranno in mostra ce n’è una che ha richiesto maggior lavoro da parte sua?

«Spesso le foto vengono scattate prima dell’inizio della messinscena. L’attrice o l’attore indossa il suo costume e si decide dove andare a fare la foto. Quella di Afghanistan, per esempio, è stata scattata nel cortile del teatro davanti a un muro scrostato che offriva perfettamente l’idea di uno scenario di guerra. Quella più impegnativa – diciamo così – l’ho fatta in una cella frigorifera di Macao trasformata in uno spogliatoio grazie a una panca che ci ha prestato il Teatro della Cooperativa: ritraeva Elena Russo Arman con la quale ho creato fin da subito una grande complicità».

La foto più difficile invece?

«Difficile no, perché c’è sempre voglia di fare. Per me una foto è difficile se mi trovo davanti qualcuno che mi mette in soggezione. E con gli Elfi non è mai successo. In fondo, da una parte ci sono io con la macchina fotografica, dall’altra il personaggio in costume di scena: siamo entrambi “mascherati” e giochiamo ad armi pari».

Lo scatto a cui è più affezionata?

«Sicuramente quello per lo spettacolo Frost/Nixon perché è stato il primo per il Teatro dell’Elfo. Tengo molto anche a una foto scattata a Federico Manfredi per Fausto e Iaio: con quella camicia insanguinata ha sempre avuto qualcosa nell’espressione che mi ha catturato».

Lasciamo da parte gli attori e parliamo dei personaggi immortalati nei suoi scatti: qual è stato quello più difficile da rendere in una foto?

«La sfida più grande è stata con Harper Regan perché in quel caso Elena Russo Arman era vestita normalmente e ricreare un’immagine forte partendo da qualcosa di così quotidiano, con alle spalle uno spettacolo la cui scenografia era molto spoglia, non è stato facilissimo. Alla fine abbiamo deciso di uscire dal teatro e di scattare quando Elena era seduta sulle scale della metropolitana mentre le altre persone salivano e scendevano».

Quando un Elfo compie gli anni, pubblica il suo ritratto sui social: è un regalo?

«Il regalo vero e proprio me lo fa il personaggio quando si lascia fotografare da me. Se una foto viene bene per me è già un regalo. Pubblicandola sui social ringrazio quella persona del tempo che mi ha dedicato. Sì, forse è una sorta di rituale in cui ci scambiamo dei doni. Il teatro è così».

PATRIZIA PERTUSO

 

 

 

 

30 Novembre 2023
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