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5:26 pm, 27 Settembre 23 calendario
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Alfonsi: «Termovalorizzatore? Si farà anche se la Regione cambia piano»

Di: Redazione Metronews
Alfonsi termovalorizzatore
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«Se anche la Regione Lazio, come previsto, cambiasse il piano rifiuti regionale, il termovalorizzatore di Roma a Santa Palomba verrebbe realizzato comunque. L’opera risponde ai poteri commissariali conferiti dal governo al sindaco, Roberto Gualtieri, in vista del Giubileo del 2025». Lo ha affermato l’assessora capitolina all’Ambiente Sabrina Alfonsi.

Alfonsi: «Termovalorizzatore? Si farà anche se la Regione cambia piano»

«Abbiamo un commissario di governo che ha elaborato il piano rifiuti di Roma. Il piano dei rifiuti regionale non può cambiarlo, a oggi. Con il commissario tutti gli impianti previsti verranno realizzati», ha detto Alfonsi, aggiungendo: «Sappiamo che la Regione deve cambiare il piano dei rifiuti, perché gli viene richiesto un adeguamento dal ministero, insieme ad altre regioni, perché bisogna rispettare dei parametri che prima non c’erano. In ogni caso, quando lo faranno, sul tema dell’impiantistica bisognerà fare un ragionamento serio all’interno del piano dei rifiuti regionale e credo che non si possa non tenere conto del piano dei rifiuti di Roma e del piano industriale di Ama già approvati. E il termovalorizzatore è uno dei tasselli fondamentali di tutto il piano dei rifiuti di Roma».

Gli altri impianti

Rispetto ai numerosi ostacoli che si sono verificati, negli ultimi due anni, per la realizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti programmati dall’amministrazione comunale, attraverso Ama, Alfonsi spiega: «Il piano rifiuti che abbiamo elaborato sicuramente è rivoluzionario, perché fa gli impianti e fa molti impianti pubblici: questo cambia il sistema dei rifiuti all’interno della nostra città e della nostra regione».

Tra gli ostacoli si ricordano l’incendio del Tmb di Malagrotta, gestito dalla società in amministrazione giudiziaria E. Giovi, e presso cui la Capitale conferiva buona parte dell’indifferenziato, il rigetto da parte del ministero dell’Ambiente della richiesta di finanziamento, con fondi Pnrr, dei due biodigestori di Cesano e Casal Selce, progetti recuperati con risorse del Decreto Aiuti, e – non da ultimo – un parere negativo della Soprintendenza dell’Etruria meridionale rispetto alla struttura di Casal Selce. «Bisogna raccontare la verità sugli impianti. La città ne ha bisogno: e per farli c’è un forte impegno dell’amministrazione. Se si vuole governare la città e il ciclo dei rifiuti della città non si può prescindere dalla realizzazione degli impianti».

La distribuzione sul territorio, il basso impatto per lex Tmb Salario

Gli impianti per i rifiuti a Roma «vanno distribuiti, ogni territorio deve farsi carico di una piccola parte della chiusura del ciclo dei rifiuti» e per questo “nell’area dell’ex Tmb Salario abbiamo previsto l’impianto per le terre di spazzamento, che è a bassissimo impatto, avrà una portata da 30 mila tonnellate ma opererà inizialmente su 15 mila tonnellate, che è quanto oggi raccolgono le spazzatrici di Ama». Spiega ancora Alfonsi.

Riguardo alla realizzazione dell’impianto «ne ho parlato più volte, anche ieri, con il presidente del Municipio III, Paolo Marchionne. Ci ha parlato anche il sindaco. Il tema non è chiarirsi con il presidente, ma spiegare alla cittadinanza che in quell’area ci sarà un grande hub dell’economia circolare, che stiamo riaprendo quello spazio per restituirlo al territorio», ha spiegato Alfonsi.

Confronto aperto con la cittadinanza

Le proteste dei cittadini che risiedono nelle aree dove devono essere realizzati i principali impianti per i rifiuti di Roma «sono normali. La sindrome Nimby (Not in my black yard, ndr) c’è in tutto il mondo, in tutta Europa e c’è anche in Italia e a Roma. Dopodiché ai cittadini bisogna spiegare come stanno le cose: se noi vogliamo chiudere il ciclo dei rifiuti e uscire da decenni di disagi ed emergenze, tutti i territori si devono far carico di una parte di impianti». Questo il ragionamento dell’assessora.

«L’attenzione mia e del sindaco è non sobbarcare i territori che hanno già sopportato, più di altri, il peso di impianti importanti. È comprensibile che in alcuni territori ci sia una preoccupazione più accesa della popolazione. Assolutamente tornerò, e continuerò, a intervenire nei consigli municipali per incontrare i cittadini e illustrare il piano rifiuti di Roma».

Bandi già pronti

Ama ha già pronti i bandi per andare in gara per tutti gli impianti. «Andiamo avanti speditamente sui due biodigestori, gli impianti di economia circolare per i multimateriali, e quello per le terre di spazzamento. Le conferenze dei servizi sono chiuse, c’è stato solo un parere negativo della Soprintendenza archeologica competente nell’area di Cesano, ma è già prevista una nuova riunione e supereremo il parere negativo», ha detto Alfonsi.

Il nuovo contratto di servizio

In alcune zone di Roma dove la raccolta rifiuti è particolarmente sofferente, come il Pigneto e Fonte Laurentina, «aumenteranno le squadre di Ama in campo a partire dall’avvio degli accordi inclusi nel nuovo Contratto di servizio, che sarà operativo da gennaio del 2024», ha detto l’assessora.

In centro 50 nuovi alberi di grandi dimensioni

Nell’ambito della gestione del patrimonio arboreo di Roma e in particolare della sostituzione dei pini che sono stati abbattuti, a causa della cocciniglia o dell’instabilità dovuta alla compromissione dell’apparato radicale, «abbiamo acquistato cinquanta pini di medie dimensioni, in modo da poterli rimettere a dimora già grandi, nelle zone del centro storico, al fine di non modificare lo skyline della città. Abbiamo fatto delle grandi cure sulla cocciniglia, ma è chiaro che ci sono pini che non ce l’hanno fatta. E che noi non ci possiamo permettere degli incidenti come quelli accaduti in piazza Venezia o sul lungotevere», ha spiegato Alfonsi.

 

27 Settembre 2023
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