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8:37 am, 1 Settembre 23 calendario

Uccisa a fucilate l’orsa Amarena. Identificato il responsabile, ira sul web con insulti e minacce: vigilanza armata alla sua villa

Di: Redazione Metronews
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L’Orsa Amarena, che solo pochi giorni fa era stata avvistata mentre attraversava il centro del paese di San Benedetto dei Marsi con i suoi due cuccioli, è stata uccisa a fucilate.

Il fatto è accaduto ieri sera intorno alle 23. I rilievi per accertare la dinamica dei fatti sono ancora in corso, nel frattempo i forestali cercano i suoi due cuccioli: Amarena era infatti una delle femmine più prolifiche del Parco Nazionale d’Abruzzo.

Amarena uccisa a fucilate, identificato l’uomo che ha sparato

Ad annunciare la morte dell’orsa, via Facebook, è stato lo stesso Parco nazionale d’Abruzzo, per il quale l’orsa Amarena era ormai praticamente un simbolo, protagonista di un video con i cuccioli diventato virale sul web: l’orsa, la più amata d’Italia, “è stata colpita da una fucilata esplosa dal signor L.A. alla periferia di San Benedetto dei Marsi  – spiega – fuori dal Parco e dall’Area Contigua. Sul posto sono prontamente intervenute le Guardie del Parco, in servizio di sorveglianza, vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli. Sul posto è intervenuto il veterinario del Parco con la squadra di pronto intervento, che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita”.

“L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco. I rilievi per accertare la dinamica dei fatti sono in corso e andranno avanti tutta la notte, così come il personale del Parco è impegnato a individuare i due cuccioli dell’orsa per valutare il da farsi”.

“Non aveva mai creato alcun problema all’uomo”

“L’episodio – aggiunge il Parco nazionale d’Abruzzo – è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo”.

Amarena era anche la madre di Juan Carrito, orso di 4 anni famoso per il suo appetito insaziabile, anche lui ucciso dopo essere stato investito da un’auto all’inizio di quest’anno.

Gli animalisti: “Arrestate chi l’ha uccisa”. “Odio fomentato dai politici”

“Oggi ci siamo svegliati con una notizia grave e triste che ci riempie di indignazione e sgomento, quella dell’uccisione dell’orsa Amarena, ammazzata a fucilate da un uomo identificato dai guardia parco e sottoposto ad accertamenti da parte dei carabinieri – il commento a caldo dell’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente Aidaa  – La notizia è in sé talmente improvvisa e scioccante che ci lascia senza parole ma con alcune domande, innanzitutto quali sono le motivazioni per cui questo uomo ha imbracciato il fucile e sparato all’orsa e poi cosa ne sarà dei cuccioli dell’orsa uccisa alle porte del Parco di Abruzzo e Lazio? L’unica immediata richiesta che ci sentiamo di fare è quella della carcerazione immediata del responsabile di questa uccisione, quest’uomo non può e non deve restare a piede libero”.

«L’orsa Amarena è l’ennesima vittima non solo della pericolosità sociale d’individui cui pure si concede il porto d’armi, ma anche del clima d’odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato in Italia da alcuni esponenti politici», scrive Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali), che, annuncia, «si costituirà parte civile nel processo che si aprirà e che auspica una condanna esemplare nei confronti del soggetto, sgomenta dopo avere appreso la notizia diffusa dal Pnalm. Mentre il personale del Parco è alla ricerca dei due cuccioli, evidenziamo come questa tragedia – continua l’Oipa – sia una delle conseguenze della «caccia alle streghe» che alcune Amministrazioni locali stanno aprendo in Italia nei confronti di orsi e lupi colpevoli solo di fare gli orsi e i lupi. Ricordiamo che a livello nazionale si sta cercando di deregolamentare la caccia nei confronti di specie protette anche a livello europeo cercando la sponda della stessa Ue. L’uccisione di Amarena e il dramma che stanno ora vivendo i suoi cuccioli – secondo Oipa – è l’espressione di una propaganda malata, che crea paura e punta solo a intascare voti di chi vuole la legge del taglione per qualche danno, sempre risarcito. Apprezziamo il tono addolorato del comunicato del Parco, tono molto diverso da quello di altri gestori di territori in cui sono presenti i plantigradi. La nostra battaglia per la loro difesa nelle aule giudiziarie non si fermerà».

“È un crimine orribile, ripugnante, sconvolgente, non solo perché è costato la vita a un animale simbolo, di una sottospecie strettamente protetta da cent’anni e sempre in pericolo d’estinzione, ma perché Amarena era popolare e accettata dalla grande maggioranza della popolazione, anche quando faceva passeggiate per le strade dei paesi, e soprattutto perché era una mamma”. Così l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente Leidaa (Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente) e dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali, commenta l’uccisione dell’orsa a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila), chiedendo che sia garantita la sopravvivenza dei cuccioli. “Orrore e indignazione aumentano considerando che gli orsi del Parco non hanno mai rappresentato alcun pericolo per l’uomo. Viene da pensare che la diffusa intolleranza verso la fauna selvatica e verso i grandi carnivori in particolare, alimentata ad arte, abbia creato un clima di persecuzione, favorevole a queste forme delinquenziali di difesa fai-da-te o di sfacciato bracconaggio. Ho già parlato con il presidente della Regione Abruzzo che concorda con me sull’assoluta gravità del fatto. Leidaa presenta denuncia e si costituirà parte civile nel processo. Questa morte violenta è semplicemente intollerabile”.

Vigilanza armata davanti alla villa del responsabile

E’ stata poi istituita da parte dei carabinieri la vigilanza armata fuori la villa del 56enne di San Benedetto dei Marsi, indagato a piede libero per aver imbracciato nella notte scorsa il fucile ed ucciso l’orsa Amarena.

Subito dopo la sua identificazione, sui social si è infatti scatenata una sorta di caccia all’uomo, ricoperto di minacce ed insulti. Alcuni hanno pubblicato la foto e le generalità complete del denunciato. Di qui la scelta da parte dell’Autorità giudiziaria di Avezzano (L’Aquila) che sta indagando sull’accaduto, di far istituire una vigilanza permanente armata fuori il cancello della villa del 56enne dove si è verificato l’abbattimento del plantigrado.

Il governatore Marsilio: “Atto gravissimo contro tutta la regione, saremo parte civile”

“La notizia dell’uccisione a colpi di fucile dell’orsa Amarena rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile – afferma il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio – In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini. Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione. Confidiamo nelle indagini che sono state avviate dalle forze dell’ordine e dai vertici del Parco, che hanno già individuato il responsabile, affinché la giustizia faccia il suo corso. Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente. Invito le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat”.

1 Settembre 2023
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