12:44 pm, 30 Giugno 23 calendario

La soluzione criptoistutuzionale di Count Oceanus

Di: S.Puzzo
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Ho approfittato di un giro a Milano per andare a trovare vecchi amici, per riprendere a

parlare con il mio, ormai “amico” Count Oceanus. Purtroppo, niente Bonarda né bollito. Ci

siamo accontentati di cotoletta e patate saltate al bistrò con visione sul Castello Sforzesco.

Ho strappato  la disponibilità a parlare di pensioni e assistenza sociale, evitando di

pubblicare solo le parti più “in libertà” che ci siamo scambiati.

D.  Mi sono tenuto la curiosità per tutti questi giorni; coraggio mi parli della questione

pensioni.

R.   Ok va bene, premettendo che non  voglio che questi ragionamenti diventino un

discorso politico. Dico quello che penso in modo asettico, come se fossi in riunione

operativa con la mia gente. (da notare che l’ha chiamata “task force” quasi un approccio

militare).

Partiamo dal presupposto storico tralasciando il periodo precedente la fine della Seconda

guerra mondiale. Gli effetti del conflitto hanno rappresentato una grande opportunità di

sviluppo  accelerato   dei   settori  immobiliari,   industriali   e   commerciali.   La  visione   del

sistema pensionistico al tempo considerava quali elementi di diritto alla pensione l’aver

lavorato per un certo numero di anni e il fatto che tra l’aspettativa di vita (non lunga se

paragonata ad oggi) e il numero di persone al lavoro, esisteva un rapporto di, a memoria,

5 lavoratori e 1 pensionato (con un numero di anni medi di pagamento di pensione

abbastanza breve). Quindi quel sistema definito “per competenza” si basava e si sarebbe

basato su una praticamente piena occupazione e pensioni brevi. I cinque che lavoravano,

contribuendo per il 20% del loro salario lordo pagavano il 100% della pensione di un

anziano e contribuivano ai costi generali dell’ente (gli enti) di previdenza.

Negli anni 70, con l’avvento della crisi petrolifera e gli squilibri economici delle aziende di

Stato (IRI, ENI, GEPI) si ebbe la prima grande crisi del lavoro, a cui i governi del tempo

reagirono   con   la   classica   politica   del   “fai   scavare   una   buca   e   poi   falla   riempire”

rimpinzando di assunzioni le aziende pubbliche (Poste, Ferrovie, ecc.) e la PA. Criticabile

ma essendo mai stata programmata una previsione da evento contrario era sul breve la

sola scelta possibile per conservare livelli di reddito per le famiglie italiane. In realtà si

ricorse anche a massicci pensionamenti anticipati per fare posto ai giovani. Il risultato nel

tempo fu che si passò in poco tempo dai 5 lavoratori ad 1 pensionato ai 3 lavoratori ad 1.

Già questo obbligava l’ente di previdenza a utilizzare il 33% del salario lordo del lavoratore

per le prestazioni quiescenziali.

Come sa, ad un certo punto per insostenibilità del rapporto poi passato a 1,2 lavoratori ad

1 e poi peggio si è deciso di passare ad un sistema detto “per cassa”, che poi è anche

quello delle compagnie assicurative vita private: quello che versi nel corso degli anni è il

tuo salvadanaio ed io ente previdenziale, mi faccio due conti su quanto ora sia la media di

aspettativa di vita, ci aggiungo un margine di sicurezza e calcolo in base alla tua età

quanto vivrai statisticamente; faccio la divisione ed eccoti la pensione che ti spetta (al

netto dei guadagni della compagnia vita o dei costi di funzionamento dell’ente).

Sia chiaro l’ho tagliata con l’accetta per brevità. Veniamo a noi oggi.

L’INPS è delegato non solo alle attività quiescenziali ma anche a tutte le attività di

sostegno del lavoro e del reddito miscelando in termini di flussi finanziari le risorse in

entrata da qualunque parte con gli esborsi per ogni cosa. Tant’è che le rimesse del

governo verso l’Ente nelle poste di bilancio sono necessarie ed importanti.

Veniamo ora ai punti dolenti: nel paradigma 1 lavoratore per 1 pensionato; il primo che

ha aperto bocca ha decretato “ci servono di nuovo tanti lavoratori che pagano i contributi

per riequilibrare i conti”. Come dire che se non ho mucche per produrre abbastanza latte

metto in batteria i tori.

La realtà italiana è che nel 1961 avevamo 50,7 milioni di residenti di cui 21,1 milioni

occupati e trecentomila inoccupati oltre ad altri 29,5 milioni di persone non occupabili

(pensionati, studenti, bambini). La speranza di vita al tempo era, a memoria, 67 anni per

gli uomini e 72 per le donne. Oggi abbiamo una speranza di vita di 80 e 86 anni

rispettivamente e siamo circa 62 milioni di residenti con 16 milioni di pensionati per un

costo lordo di 312 miliardi. Questo vuol dire che il problema pensione non si risolve

aggiungendo o diminuendo i lavoratori, poiché se siamo in un regime di “per cassa” è

automatico   che   lo   Stato,   quando   ha   deciso   di   passare   giustamente   a   tale   regime

pensionistico, avrebbe dovuto calcolare quante pensioni avrebbe dovuto pagare per tutti i

pensionati in vigenza e per tutti i lavoratori che avevano accumulato i contributi per

competenza per arrivare alla fine delle prestazioni (ossia al decesso degli aventi diritto

oltre le reversibilità presumibili).

Sarebbe bastato un semplice calcolo matematico sulle medie di vita dei cittadini. Un

Paese degno di questo nome avrebbe potuto e dovuto emettere debito pubblico per

coprire i fondi mancanti (cioè accantonare tali fondi) per garantire tali prestazioni per tutti

gli aventi diritto e calcolare da zero i parametri della pensione per i nuovi occupati.

Invece i governi su cui sono ricaduti tali problemi hanno deciso di continuare ad usare un

meccanismo del tipo, “quello che mi entra lo uso per pagare le pensioni”. Ricordando che

sto parlando solo della componente quiescenziale.

Perché? Beh, per evitare di mettere in piazza i disastri compiuti nel tempo, senza saper

prevedere i problemi futuri.

D.   Quindi è stata la volontaria cecità dei governi dal 1960 ad oggi a creare questa

situazione?

R.   Cecità,   incompetenza,   collusione.   Capisce   perché   oggi   una   parte   politica   ripete

all’infinito lo stupido mantra del nuovi lavoratori per pagare le pensioni. Un nuovo

lavoratore la pensione se la accantona da sé con i suoi contributi e non contribuisce in

nulla al pagamento delle pensioni esistenti; hanno solo un’incidenza sul flusso di cassa di

un casino disorganizzato. Ma se tu usi i miei soldi accantonati per pagare la pensione a​

Giovanni, primo, dai a Giovanni una pensione pari al mio contributo mensile (quindi in

media 500 euro, vergognoso), secondo, mi stai derubando perché per la legge che hai

approvato, tu Stato devi accantonare i miei contributi. Si rende conto che se stipulasse

una polizza privata e poi andasse a chiedere alla compagnia Vita dove sono i suoi soldi, se

questa le rispondesse che li hanno usati per pagare la polizza vita di Giovanni, lei

andrebbe di corsa in questura a denunziarli?

Ci rendiamo conto che quando “politici” di ogni risma e grado dichiarano che gli immigrati

ci pagheranno le pensioni ci prendono per i fondelli e ci trattano da imbecilli che si

bevono queste panzane? Ricorda il dato che le ho dato relativo al 1961 sui lavoratori?

21,1 milioni; Oggi abbiamo 23,1 milioni di lavoratori e altri 12 in età lavorativa di cui 4

milioni di inattivi per ragioni di famiglia o malattia, 4 milioni di studenti vari e 4 milioni di

inoccupati. Tradotto in numeri brutali, davvero devo “importare” in Italia altri inoccupati o

occupabili “sotto  costo”?  Questa  è  una  di  quelle  balle  colossali  che  nasconde  altri

obiettivi. Una balla che rifiuto assolutamente.

D.  Ok, posso comprendere che abbia ragione, ma quale sarebbe la soluzione?

R.  Due soluzioni, una istituzionale ed una “criptonazionale”. L’istituzionale sarebbe quella

di dividere le attività INPS in due diversi enti, di cui uno che ragioni come una compagnia

Vita e dedito solo alla funzione pensioni, fornita dal primo istante della dotazione di un

fondo destinato a soddisfare gli aspetti quiescenziali. Il fondo potrebbe benissimo essere

costituito con un’emissione di debito pubblico ad interesse minimo dell’1% e calibrando

le scadenze sulla base delle prevedibili erogazioni statistiche. In sostanza quando l’Inps sa

che deve pagare ogni anno un certo numero di miliardi, disinveste la parte del fondo

necessario. Questo vorrebbe dire che a  fronte di una  posizione  di  debito pubblico

incrementale subito, tale parte verrebbe riassorbita nel tempo automaticamente. Certo

avremmo sempre il problema della maledetta Europa e del rapporto debito/PIL ma

capisce bene che per me l’Europa è un danno enorme e non un beneficio per l’Italia.

Invece la mia soluzione cripto è banalmente semplice; tra l’altro è una soluzione pensata

anche per le aziende che debbono accantonare il TFR per i dipendenti. Se tu Inps/azienda

ti compri un pacchetto di ANBL con la garanzia gold, sai che hai un lingotto d’oro da 100

grammi in deposito con cui il tuo denaro è al sicuro. La grande quantità di acquisti dei

pacchetti Gold determina un inevitabile apprezzamento della quotazione della coin.

Quindi, per esempio, se la quotazione arrivasse a 3,20 dollari per unità, vorrebbe dire che

il proprietario del pacchetto si troverebbe ad avere un valore doppio rispetto al prezzo

d’acquisto.   Quindi   avrebbe   il   TFR   praticamente   gratis   così   come   l’Inps   avrebbe   un

raddoppio   del   suo   fondo   cumulativo   per   le   pensioni   pregresse.   Capisce   bene   che

vorrebbe dire poter liquidare i titoli di Stato emessi per la copertura del fondo cumulativo

in tempi brevi (diciamo un annetto scarso?) e ritrovarsi il corrispettivo residuo ancora pari

al fondo cumulativo. Praticamente azzerato il problema pensioni “vecchie”.

Vedo la sua espressione un po’ perplessa. Facciamo un esempio numerico:

Tu azienda Carlo compri 10 pacchetti a 80.000 dollari. Ti diamo 50.000 unità di ANBL e

accantoniamo 1 chilo di oro in lingotti da 100 grammi. Nel tempo dei dodici mesi il valore

della cripto è passato da 1,60 dollari per unità a 3,20 dollari per unità. Quindi ti trovi in

mano 50.000 unità per un valore di 160.000 dollari e una garanzia in oro che ne vale altri

80.000. Per comprare i pacchetti avevi contratto un debito per 80.000 dollari con vari

investitori che hanno comprato i tuoi bond a cui devi ridarne 80.800 ad un anno (1% di

interessi passivi). Vendi la metà delle tue cripto e ricevi gli 80.800 dollari con cui paghi i

tuoi debiti. Alla fine, hai zero debiti, 80.000 dollari in valore ANBL in cassa e sempre

80.000 dollari in oro a garanzia e quindi la copertura del fondo che hai costruito per

garantire le pensioni ai tuoi “vecchi” pensionati e futuri pensionati ereditati dalla gestione

precedente. Poi ogni lavoratore continuerà a pagare i suoi contributi specifici per la

pensione e la gestione per cassa sarà effettiva e senza più pesare sullo Stato ossia i suoi

cittadini.

D.  Beh è pazzesco. Tanto vale che si inventi anche una soluzione per abbattere il debito

pubblico!

R.  Il principio è lo stesso solo che, per questione di dimensioni del debito, dovrei utilizzare

QIC, un’altra nostra cripto che ha le dimensioni di emissione e la tipicità specifica per cui è

stata effettivamente costruita con lo scopo di portare il livello di tutti i titoli di Stato all’1%

standard di rendimento. Non gravando quindi sull’avanzo primario fino al disavanzo ma

lasciando una cospicua fetta di gettito utile alla riduzione del debito; ovviamente anche in

questo caso varrebbe il discorso fatto per l’Inps.

D. Posso parlarne a Giorgetti o alla Meloni?

R. Se ci riesce, bravo lei. Io amo il mio Paese e sarei pronto a organizzare il tutto, basta che

mi chiamino e mi diano la possibilità di realizzare l’operazione di concerto con il governo.

Intanto finisca la cotoletta che ormai è quasi fredda.

Ho mandato giù gli ultimi bocconi in silenzio mentre Oceanus mi guardava con un sorriso

un po’ irridente e un po’ amichevole. Ho pensato che si stesse divertendo per avermi

messo in questo tourbillon di pensieri. Pensa te riuscire a risolvere i casini Inps e debito

pubblico in un tempo in fondo incredibilmente limitato. Ci volessero anche tre anni che

cambierebbe? Torneremmo ad essere l’Italia del boom. Quanto mi piacerebbe che questo

signore si chiamasse Cincinnato e lo chiamassero a ristrutturare il Paese. Ci siamo salutati

con la consueta stretta di mano amichevole ma decisa. Abbiamo ancora un paio di

appuntamenti previsti, ho tante altre cose da chiedere e da apprendere. A presto.

p.g.

30 Giugno 2023 ( modificato il 28 Giugno 2023 | 13:49 )
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