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5:36 pm, 26 Giugno 23 calendario
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Uccise il figlio di 2 anni, per la Cassazione fu anche tortura

Di: Redazione Metronews
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Il 28enne Alija Hrustic dovrà essere riprocessato perché in appello fu escluso – erroneamente, secondo i giudici – il reato di tortura che invece probabilmente fu perpetrata dall’uomo nei confronti di suo figlio di 2 anni e 5 mesi, quando lo uccise a maggio del 2019. A dirlo sono le motivazioni con le quali la Cassazione ha ordinato un nuovo giudizio per Hrustic, condannato in appello a 28 anni, mentre in primo grado era stato condannato all’ergastolo.

Per i giudici di Cassazione, un «sistematico pestaggio, nonostante le condizioni di fragilità e minorata difesa del piccolo»; la sofferenze «corporali» inflitte con «grave e prolungato patimento fisico e morale», con «bruciature», «morsi, calci, schiaffi, pugni» e un «trattamento degradante per la dignità del bambino», non possono che configurarsi come possibile tortura.

Ergastolo cancellato perché la tortura non fu contestata

Così la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza con cui la Corte d’Assise d’Appello, escludendo il reato di tortura e riqualificando l’omicidio volontario in maltrattamenti pluriaggravati culminati nella morte, aveva cancellato l’ergastolo.

La Cassazione spiega poi che per quanto riguarda «le condotte di tortura», ossia quelle «poste in essere la notte del 21-22 maggio 2019» e quelle «attuate nei giorni immediatamente precedenti la morte», si tratta di «comportamenti platealmente eccedenti rispetto alla normalità causale, che hanno determinato nella vittima sofferenze corporali aggiuntive». Per la Corte quindi il verdetto di secondo grado, che ha riqualificato i reati e cancellato la tortura, è «viziato da violazione di legge penale e da manifesta illogicità della motivazione».

I giudici dell’appello bis, secondo quanto stabilito dalla Cassazione, dovranno verificare se «vi è configurabilità dei maltrattamenti per la prima parte della condotta» ai danni del piccolo, «attuata a partire dal mese di marzo 2019». Poi, però, dovranno anche vagliare se è «ravvisabile» il «delitto di tortura» per le violenze che vanno da «due a quattro giorni prima della morte e fino al 22 maggio del 2019».

26 Giugno 2023
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