REF2023
3:08 pm, 3 Maggio 23 calendario
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Romaeuropa Festival fa 38 e si presenta

Di: Redazione Metronews
Romaeuropa Festival
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La forza delle arti e la loro capacità di oltrepassare confini geografici e temporali plasma un territorio aperto al confronto e al dialogo tra linguaggi ed estetiche. Visioni del nostro presente e del futuro. Sono queste le geografie su cui si muove la 38esima edizione del Romaeuropa Festival che, presieduto da Guido Fabiani con la Direzione Generale e Artistica di Fabrizio Grifasi, torna dal 6 settembre al 19 novembre con una delle edizioni più ricche di sempre. 90 spettacoli300 aperture di palcoscenico, oltre 500 artisti provenienti da 34 paesi62.000 posti in vendita per oltre 2 mesi di programmazione in 13 spazi della capitale. Tra musicadanzateatronuovo circocreazione per l’infanzia e arti digitali.

«Una ripartenza guidata dall’identità e dalla storia del Festival da sempre volta a rendere l’Italia e la sua capitale centro del dialogo e del confronto della cultura nazionale dello spettacolo con la creatività internazionale, nel segno dell’attenzione alle nuove generazioni e dell’incontro», afferma Guido Fabiani.

Romaeuropa Festival  dal 6 settembre 2023

Ecco allora un “atlante della creatività contemporanea” che si compone grazie al supporto del Ministero della Cultura, della Regione Lazio, di Roma Capitale e della Camera di Commercio di Roma e che si irradia in altrettanti percorsi costruiti in rete con le più prestigiose realtà nazionali e internazionali. Fanno parte di questa geografia la rinnovata partnership con il programma Dance Reflections della Maison Van Cleef & Arpels volto alla diffusione della danza contemporanea; il focus dedicato alla scena fiamminga costruito grazie alla relazione triennale (2023-2025) intessuta con Flanders State of the Art, i progetti dedicati ad artisti italiani under35 realizzati con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, le relazioni con tutti i teatri e le istituzioni culturali nazionali e internazionali operanti sul territorio che partecipano e accolgono il festival.

«La trentottesima edizione del Romaeuropa Festival è una fotografia della geografia delle arti, un invito alla scoperta della pluralità delle prospettive offerta dalle sensibilità degli artisti e dal loro racconto di quel “mondo fluttuante” che è il presente» spiega Fabrizio Grifasi.

 L’apertura del REF2023

Non a caso “immagini del mondo fluttuante” sono quelle portate in scena, il 6 e il 7 settembre en plein air nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” per l’inaugurazione del REF2023. Da Ukiyo-e, prima coreografia firmata da Sidi Larbi Cherkaoui per il Ballet du Grand Théâtre de Genève di cui è attualmente direttore.

Ispirandosi al senso di impermanenza incarnato nell’omonimo movimento culturale giapponese sviluppatosi nel periodo Edo, il coreografo (primo tra i nomi del percorso dedicato alle Fiandre), interseca composizioni contemporanee con i suoni della tradizione interpretati dal maestro del Taiko, compositore e cantante Shogo Yoshii raccontando, tra musica e danza, la nostra capacità di cogliere la bellezza anche nei momenti di crisi. Ma in Cavea la settimana inaugurale del festival continua a valicare confini tra discipline e culture ospitando la leggenda della techno Jeff Mills al fianco dei musicisti Jean-Phi Dary e Prabhu Edouard e il ritorno della coreografa Anne Teresa De Keersmaeker che in Creation 23 prosegue la sua ricerca tra musica e danza in un inedito affondo nelle radici delle sonorità pop e blues.

Lo spettacolo è presentato grazie al supporto di Dance Reflections by Van Cleef & Arpels. Ovvero il progetto attraverso il quale la celebre Maison sostiene artisti e istituzioni nella diffusione del patrimonio coreografico e nel quale rientrano anche Ukiyo-eSomnole del coreografo – neo-direttore del Tanztheater Wuppertal – Boris Charmatz (in corealizzazione con Teatro di Roma). E anche Rite de passage, pièce dell’icona dell’hip hop francese Bintou Dembélé (presentata a Villa Medici in collaborazione con Accademia di Francia a Roma).

Con Isabelle Huppert al Romaeuropa Festival

Da qui il festival continua ad attraversare dialoghi tra discipline, creazione contemporanea nazionale e internazionale e omaggi al repertorio musicale italiano. Il regista Ivo van Hove dirige la pluripremiata attrice, icona della cinematografia mondiale, Isabelle Huppert nel suo allestimento de Lo zoo di vetro di Tennessee Williams (al Teatro Argentina in corealizzazione con Teatro di Roma) mentre, con la presentazione della sua ultima produzione Tempest Project, il REF omaggia, a un anno dalla sua scomparsa, il grande Maestro Peter Brook e il suo indelebile segno nella storia del teatro internazionale e del festival stesso (di cui è stato più volte protagonista).

Tra Akram Khan e Massimo Popolizio

Il coreografo anglo-bengalese Akram Khan ritorna a Roma con il suo Jungle Book Reimagined (coproduzione REF2023) liberamente ispirato all’amato Il Libro della Giungla di Rudyard Kipling mentre la regista Susanne Kennedy   nome tra i più originali della scena europea – approda per la prima volta al festival insieme all’artista visivo Markus Selg per presentare la sua ultima produzione Angela (A strange loop), nuova indagine sulle estetiche del virtuale e sulla costruzione della soggettività nell’epoca digitale.

Se, con la regia e l’interpretazione di Massimo Popolizio, il Parco della Musica Contemporanea Ensemble diretto da Tonino Battista, porta in scena L’imbalsamatore – Monodramma giocoso da camera di Giorgio Battistelli festeggiando i settant’anni del compositore, è dedicata a Fausto Romitelli  a circa vent’anni dalla sua scomparsa – l’esecuzione del suo capolavoro An index of Metals (i due spettacoli sono presentati con Fondazione Musica per Roma). Celebra Franco Battiato il concerto presentato in esclusiva per il REF da Sentieri Selvaggi che, per la prima volta nella stessa serata, esegue le composizioni classiche d’avanguardia scritte dall’inimitabile artista illuminando una pagina poco conosciuta del suo straordinario percorso musicale.

A questa idea di movimento tra radici e futuro corrisponde anche la presenza – con il patrocinio dell’Ambasciata d’Ucraina – del quartetto folk originario di Kiev DahkaBrakha che, spaziando dal folklore al teatro, fondendo musica tradizionale e ritmi provenienti da tutto il mondo, produce un suono internazionale ma saldamente radicato nella propria cultura d’origine: un canto contro la guerra che reinventa la tradizione nel segno della speranza e concorre alla costruzione del sistema di coordinate che muove l’intera mappa del festivalterreno di confronto tra generazioni e linguaggi, storie, tradizioni e musiche.

3 Maggio 2023
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