Milano
4:40 pm, 3 Maggio 23 calendario
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Importava 300 kg di coca la mese, in manette Bruzzaniti

Di: Redazione Metronews
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Importavano a Milano 300 kg cocaina ogni mese dal Nord Europa, che rivendevano a 34 mila euro al kg, guadagnando così anche 10 milioni di euro al mese. È il gruppo guidato dal latitante calabrese Bartolo Bruzzaniti finito oggi in manette grazie all’inchiesta della Dda di Milano e della Guardia di Finanza che ha portato ad un’ordinanza a carico di 38 persone, tra cui lo stesso Bruzzaniti, e Raffaele Imperiale, brocker della droga, oggi collaboratore di giustizia e che nelle chat criptate era soprannominato «gomorra». Grazie ai contatti di Imperiale (camorra), Bruzzaniti (‘ndrangheta) importava la droga e si avvaleva poi delle famiglie di ‘ndrangheta della provincia di Milano per smerciarla.

Tra le persone arrestate infatti, ci sono anche Davide Flachi e Michael Fasano, presunto capo del gruppo di Quarto Oggiaro. Bruzzaniti, riassume il gip Stefania Donadeo, «nel territorio lombardo si avvale di un’altra organizzazione, che ritiene essere la ‘numero uno in Quarto Oggiaro’, che si occupa della vendita di parte dei quantitativi importati dall’estero».

A quarto Oggiaro la smerciavano i Flachi

Bruzzaniti, secondo le indagini, avrebbe anche «finanziato la latitanza» di Rocco Morabito, boss della ‘ndrangheta, oltre che aiutato Imperiale durante la sua latitanza. Dagli atti emerge inoltre che nella «storica» piazza di spaccio di Quarto Oggiaro «i luogotenenti» si sarebbero avvalsi delle cosiddette «mamme», ossia figure del gruppo che avevano «la funzione di tagliare lo stupefacente, con aggiunta di mannite» e confezionarlo. E di affidare la cocaina, poi, ai «responsabili dei cavalli», ossia i ragazzi-pusher.

Il pentito Imperiale racconta tutto

A rendere possibile l’indagine, il pentimento di Imperiale, che all’aggiunto Letizia Mannella e al pm Gianluca Prisco, ha raccontato come, avendo deciso di investire sulla Lombardia, si sia dovuto rivolgere alle famiglie calabresi di Africo stanziate in regione. Il suo interlocutore è diventato così Bartolo Bruzzaniti.

La Droga arrivava in Italia nei tir, in particolare dall’Olanda, e veniva stoccata in un magazzino di Gerenzano, nel Varesotto, affittato a una società di traslochi di un altro indagato, per poi essere subito smistata fra i diversi acquirenti, tra i quali spiccano nomi noti del panorama criminale lombardo a cominciare dal clan Flachi della Comasina, il cui boss Davide Flachi è stato di recente condannato a 20 anni di reclusione dal tribunale di Milano.

«Milano mi spetta di diritto»

«Milano mi spetta di diritto», diceva intercettato il trafficante di stupefacenti latitante in Costa d’Avorio, Bruzzaniti, 48 anni, calabrese, con un lungo pedigree criminale sin da minorenne, appartenente alla cosca di ‘ndrangheta dei Morabito. La frase è emersa non da un’intercettazione telefonica, ma da una chat criptata con il servizio SkyEcc, uno dei meccanismi di comunicazione anonima preferito dai ‘signori della Droga’ in tutto il mondo. Bruzzaniti è in possesso di almeno 7 dispositivi di comunicazione criptata e parla con l’acronimo di ‘Paris’ a un interlocutore identificato come ‘McQueen’.

«Bruzzaniti, il dominus del traffico di stupefacente in Lombardia»

«Siamo i numeri uno. Non c’è un c…o da fare, sto lavoro lo so fare», commentava in un’altra comunicazione intercettata, Bruzzaniti, “fautore” dell’accordo con “i napoletani” e con il broker internazionale della Camorra, Imperiale. «Bruzzaniti è veramente un abile manager nell’importazione di stupefacente – scrive la gip  Stefania Donaedo – dimostrando di essere in grado di mantenere sia i rapporti con i fornitori stranieri, sia i rapporti con chi deve assicurare il trasporto dello stesso in Italia, sia con chi deve assicurare il trasferimento della merce acquistata in luoghi sicuri nella zona di Varese» dove «lo stupefacente deve essere custodito per poi essere rivenduto a prezzi che egli stesso determina».

«Ma è anche attento – conclude la gip – nello stabilire la percentuale che spetta a tutta la filiera dei lavoratori, da chi importa a chi smercia. L’alleanza con Imperiale che vuole estendere i suoi traffici sulla piazza lombarda dimostra, ancora una volta, che lui e solo lui poteva essere il valido interlocutore della criminalità organizzata napoletana», perché «egli era il dominus del traffico di stupefacente in Lombardia».

3 Maggio 2023
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