Milano
3:56 pm, 13 Aprile 23 calendario

Strage di Erba, l’ipotesi di revisione del processo si fa concreta

Di: Redazione Metronews
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Il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser ha presentato una richiesta di revisione del processo sulla strage di Erba concluso con la condanna definitiva all’ergastolo per Rosa Bazzi e Olindo Romano per l’omicidio di Raffaella Castagna, del figlio di solo 2 anni Youssef Marzouk, della nonna del piccolo Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini,
La revisione, più volte annunciata dal difensore Fabio Schembri, si fonderebbe su nuovi testimoni ma anche su intercettazioni ambientali mai prese finora in considerazione. Elementi su cui  dovrà esprimersi l’avvocato dello Stato insieme alla procuratrice generale.  I coniugi Romano – al centro di una recente inchiesta del programma televisivo Le Iene – stanno scontando la condanna all’ergastolo a Opera e dalla sentenza definita del 20 aprile 2010 non hanno più messo piede fuori dal carcere.

Strage di Erba, chiesta la revisione del processo

Il pg Tarfusser, un magistrato di lungo corso e molto sensibile al tema degli arrestati e dei condannati da innocenti, ha consegnato, nei giorni scorsi, alla procuratrice generale Francesca Nanni e all’avvocata generale Lucilla Tontodonati una relazione di venti pagine per spiegare quali sono le presunte nuove “prove” sulla tragedia di Erba che potrebbero portare a riaprire il caso., redatta sulla scorta di nuovi elementi presentati dalla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi. «Una relazione basata sugli atti» in cui emergerebbe «un’opinione molto precisa» su come sono andati i fatti la sera dell’11 dicembre 2006.«La revisione quale mezzo di impugnazione straordinario ha come fine, difficilissimo, di smontare un giudicato, ma non ha il compito di trovare l’assassino alternativo» spiega una fonte all’Adnkronos.  La consegna della relazione è un primo passo informale, interno agli uffici, perché la decisione spetta ai vertici della procura generale e non al singolo sostituto. Il parere, per il quale bisognerà attendere «qualche settimana»- fanno sapere fonti giudiziarie – sarà quindi trasmesso a Brescia dove è attesa, forse già la prossima settimana, la richiesta di revisione del caso da parte della difesa dei coniugi.  Si tratta della prima richiesta di revisione sebbene, da sempre, il difensore Fabio Schembri sollevi dubbi sulle sentenze.

Testimoni non ascoltati

«Ci ho sempre sperato, anche se in Italia è raro che una procura generale chieda una revisione, diciamo che è una piacevole sorpresa a maggior ragione dopo che fin dal novembre 2007, insieme al collega Felice Manti, siamo stati attaccati e derisi per aver rivelato per primi che Mario Frigerio (testimone oculare) aveva riconosciuto un’altra persona» e non Olindo Romano. Lo spiega Edoardo Montolli, giornalista e autore del libro Il grande abbaglio. Controinchiesta sulla strage di Erba.
Autore anche di un podcast su quanto accaduto la sera dell’11 dicembre 2006, spiega documenti e audio inediti che, secondo indiscrezioni, potrebbero essere tra gli atti che la difesa potrebbero inserire nella richiesta di revisione che si apprestano a depositare a Brescia. «Si sostiene che Frigerio, rimasto ferito, farà il nome di Olindo il 20 dicembre 2006, quando si sarebbe ‘liberato di un pesò, e invece il giorno dopo il figlio mette a verbale che suo padre non ha cambiato versione sullo ‘sconosciuto, con la pelle olivastra e più alto di lui, il 22 dicembre all’avvocato dice di non ricordare nulla, e il giorno dopo la figlia conferma la versione del fratello. Mancano audio o brogliacci di un colloquio con i carabinieri a fine dicembre, dal 28 dicembre al 3 gennaio 2007 non si ha traccia delle intercettazioni in ospedale, il 2 gennaio registra il video del riconoscimento ma quanto accade prima resta un mistero».  A non convincere il cronista è anche la «discrasia nelle confessioni. Nell’appartamento della strage la luce era staccata e le imposte chiuse, l’unico modo di vedere i particolari che Olindo riferisce era che avesse visto le foto. La macchia di sangue nell’auto la vede solo chi l’ha repertata. Ci sono da sempre le prove dell’innocenza negli atti mai acquisiti a dibattimento, ci sono audio mai trascritti: dicevano ‘non utili alle indaginì invece secondo me sono utilissime».

13 Aprile 2023
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