Milano
11:59 am, 27 Dicembre 22 calendario

Beccaria, prosegue la caccia agli ultimi quattro evasi

Di: Redazione Metronews
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Sono continuate  le ricerche per rintracciare gli ultimi quattro dei sette giovani fuggiaschi che il pomeriggio di Natale sono evasi dall’istituto penitenziario minorile Cesare Beccaria di Milano. All’appello mancano due maggiorenni di 19 e 18 anni e due minorenni, entrambi di 17 anni. In serata è stato rintracciato e catturato uno dei due minorenni. Due dei tre rientranti sono stati convinti a costituirsi dalle rispettive famiglie, mentre un diciottenne è stato rintracciato dagli agenti del nucleo investigativo regionale lombardo della Polizia penitenziaria: era a casa della suocera.  Per gli altri quattro evasi la cattura potrebbe essere imminente ma intanto è polemica sull’istituto di pena della periferia milanese per la mancanza di personale e persino di un direttore e per i cantieri aperti da 15 anni.

Polemiche: Beccaria senza direttore da 20 anni

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, si è detto «sconcertato» e nel preannunciare una visita al penitenziario ha assicurato il suo impegno per «mettere in maggiore sicurezza non solo il carcere minorile di Milano ma anche tutte le carceri italiane perchè troppo spesso ci sono episodi violenti». Il sottosegretario alla Giustizia con delega al trattamento detenuti e agli istituti minorili, Andrea Ostellari, ha espresso la «volontà chiara e netta» del governo di «chiedere un giudizio di eventuali responsabilità per coloro che dovessero essere coinvolti dopo l’indagine». «Sarà fatta sia internamente come dipartimento della Giustizia e ci sarà anche quella della magistratura», ha assicurato. Per il Ministro della Giustizia Carlo Nordio «quanto successo nel carcere Beccaria di Milano è l’ultima spia di un crescente e allarmante disagio giovanile, di cui tutti – ciascuno nel proprio ruolo – siamo chiamati ad occuparci. Confido che gli interventi, attuati e programmati da parte del ministero, possano contribuire a creare le migliori condizioni possibili perché non tornino più a delinquere i ragazzi ospiti degli istituti penali minorili». Proporrà anche, spiega, «l’istituzione di un tavolo interministeriale», sulla devianza giovanile ma rileva anche rileva «un aspetto positivo»: «Trovo significativo che i familiari di almeno un ragazzo scappato l’abbiano spinto a costituirsi: è anche un segno di fiducia nelle nostre istituzioni e nei nostri validissimi operatori».

Lavori in corso da 16 anni

Da una prima ricostruzione i sette detenuti – cinque italiani, un ecuadoriano e un marocchino tra i 17 e i 19 anni, in carcere per furti e rapine – avrebbero approfittato dei lavori in corso da tempo nell’istituto per rompere una protezione in legno già cedevole. Sei di loro sono saliti sulle impalcature e si sono calati da un muro più basso rispetto a quello di cinta, un altro ha utilizzato un lenzuolo per scavalcare la recinzione. Dopo la loro fuga altri detenuti hanno dato fuoco ai materassi , rendendo necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Quattro agenti sono rimasti intossicati nell’incendio.

Sala: Beccaria modello nel passato, ora non più

Ieri c’è stato un vertice del Dipartimento della giustizia minorile di via Arenula per valutare cosa non abbia funzionato. «Non c’è proprio più spazio per chiacchiere o affermazioni generiche di sconcerto», ha commentato il sindaco di Milano, Beppe Sala, «il Beccaria era un carcere modello. Lo era nel passato, in un passato ormai remoto. Da quasi vent’anni non c’è un Direttore e da una quindicina d’anni ci sono lavori in corso, che non finiscono mai». I sindacati di polizia penitenziaria puntano l’indice contro le carenze di organico. Il Garante nazionale delle persone private della libertà ha parlato di «episodio grave» che «evidenzia una situazione che richiede di essere potenziata sia negli aspetti di rapida risoluzione di questioni ancora in sospeso, relativamente alla conclusione dei lavori e all’assegnazione di una stabile direzione, sia tramite un incremento di progettualità». «Altrettanto certo è che una situazione difficile non possa ricadere su chi opera con difficoltà e professionalità», ha aggiunto.

«Volevo andare in comunità terapeutica»

«Volevo andare in comunità terapeutica». E’ quanto ha detto il diciottenne di origini ecuadoriane, arrestato in flagranza subito  dopo l’evasione dal Beccaria. L’arresto del maggiorenne, effettuato dal nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria, è stato convalidato ieri dal giudice della direttissima, Marco Tremolada. Il processo si aprirà il prossimo 30 gennaio. Il diciottenne è rientrato al Beccaria dove si trovava già in regime cautelare per alcune rapine che avrebbe commesso nell’autunno 2021 facendo parte di una banda giovanile attiva nella zona sud-ovest di Milano.

Trasferiti al Sud sette ragazzi

Intanto sono stati trasferiti dal  Beccariàa e smistati in più istituti minorili del Sud Italia sette dei giovani detenuti che avrebbero partecipato ai disordini dopo l’evasione. Due dei sette ragazzi sono stati mandati a Catania, mentre gli istituti di Bari, Catanzaro, Potenza, Palermo e Caltanissetta hanno ricevuto un singolo detenuto.

 

27 Dicembre 2022
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