Milano
3:45 pm, 10 Novembre 22 calendario
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Un cordolo umano a difesa della ciclabile

Di: Redazione Metronews
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Una pista ciclabile protetta da un lunghissimo cordolo di esseri umani per chiedere al Comune di Milano di proteggere dalle auto chi ogni giorno pedala in viale Monza. È quella costruita con i loro corpi e le loro due ruote dai ciclisti che si sono dati appuntamento questa mattina in uno dei viali più trafficati della città «per proteggere con il nostro corpo e le nostre bici chi pedalerà in quel tratto di strada (soprattutto genitori con figli e bike-commuters)». Una catena umana lunga oltre 600 metri.

Una manifestazione, alla quale hanno preso parte un migliaio di persone, che arriva a due giorni dalla tragica scomparsa del giovane Luca Marengoni, il 14enne morto dopo essere finito sotto a un tram con la sua bicicletta, in via Tito Livio. Una manifestazione che, a detta degli organizzatori, intende stimolare la giunta di Beppe Sala ad assicurare ai ciclisti che, almeno le ciclabili, siano sgombre dalle auto in sosta e tutelate.

Alcuni dei ciclisti partecipanti alla manifestazione di oggi

«Questa mattina abbiamo avuto il segno che Milano è pronta a un cambiamento radicale di prospettiva rispetto alla mobilità cittadina» hanno dichiarato le organizzatrici e gli organizzatori. «Al Comune chiediamo come prima cosa di proteggere subito viale Monza dalla sosta selvaggia sulla ciclabile, non con i cordoli, ma con educazione stradale e multe che scoraggino gli automobilisti. Poi chiediamo al Sindaco di avviare il percorso che porti Milano a diventare un’intera città con il limite di 30 all’ora: lo hanno già fatto Parigi, Barcellona, Bruxelles, Madrid e sono partite nella scorsa settimana Bologna e ieri Parma. Che cosa aspetta Milano? I dati dimostrano che è il modo migliore per rendere più sicura la città e prevenire al massimo incidenti come quello successo due giorni fa in cui ha perso la vita Luca, un ragazzino di 14 anni, che pedalava verso scuola in bicicletta».

Alla manifestazione hanno partecipato anche rappresentanti delle istituzioni, tra cui i consiglieri comunali Marco Mazzei, Tommaso Gorini, Angelo Turco, il presidente del Municipio 2 Simone Locatelli e l’assessora di Municipio Donatella Ronchi. Al Sindaco Beppe Sala e tutto il Comune le organizzatrici e gli organizzatori chiedono di agire subito con atti concreti, perché sono gli unici ad avere il potere di cambiare davvero la situazione della mobilità a Milano.

Il cordolo di ciclisti lungo oltre 600 metri

La ‘corsia ciclabile di viale Monza è stata realizzata dal Comune di Milano nel 2020 in seguito alla pandemia e alla strategia ‘strade aperte’, ed è apprezzatissima dai ciclisti (+267% di bici rispetto a quando non esisteva), purtroppo è usatissima anche dalle auto che ci parcheggiano sopra impunemente, costringendo i ciclisti a deviare pericolosamente nella strada dove sfrecciano le automobili.

«Non possiamo accettare che sia normale. Non vogliamo assuefarci – dicono gli organizzatori – al rischio. Perché proprio quel rischio, finché c’è, impedisce a tante persone di prendere coraggio e di abbandonare l’auto per provare a spostarsi in bicicletta. Sono passati 11 anni dalla morte del piccolo Giacomo e neanche 3 mesi da quello del piccolo Mohanad. Non vogliamo aspettare il prossimo incidente per scendere in strada affinché le cose cambino. Manifestiamo in maniera ferma e pacifica per chiedere al Comune di Milano di intervenire ora per proteggere chi pedala, sulla ciclabile di viale Monza, sul Ponte della Ghisolfa, in tutta la città».

 

10 Novembre 2022
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