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8:09 am, 27 Settembre 22 calendario

Operazione asteroide compiuta: Dart si è schiantata su Dimorphos

Di: Redazione Metronews
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Missione compiuta: la sonda spaziale Dart della Nasa si è scontrata intenzionalmente contro l’asteroide Dimorphos per alterarne la traiettoria, dando vita al primo test di difesa del genere.

La sonda Dart

Dart, impatto come missione

Il Double Asteroid Redirection Test (Dart) è stata infatti la prima missione a tentare di allontanare un oggetto pericoloso per mezzo di un esperimento diretto, secondo quanto ha spiegato il direttore della missione spaziale Thomas Zurbuchen. La Nasa ha trasmesso in live streaming l’approccio della sonda senza pilota mentre si avvicinava sempre di più all’asteroide.

L’ultima immagine prima dell’impatto

Dart si è schiantata a una velocità di 6,4 chilometri al secondo contro la superficie dell’asteroide Dimorphos, situato a circa 11 milioni di chilometri dalla Terra, e che ruota attorno a un altro più grande. Didymos. L’impatto è stato seguito secondo per secondo durante la trasmissione in diretta della Nasa.

Ora gli scienziati dovranno aspettare giorni o addirittura settimane per vedere se il veicolo spaziale è riuscito a modificare leggermente l’orbita dell’asteroide.

Le foto del satellite italiano LiciaCube

Sono arrivate nel Centro di Controllo di Torino le prime foto storiche che la scorsa notte ha scattato il satellite italiano LiciaCube dell’Agenzia Spaziale Italiana e costruito da Argotec. Le immagini hanno testimoniato l’impatto della sonda Dart della Nasa contro l’asteroide Dimorphos e lo scontro è avvenuto a 12 milioni di chilometri di distanza dalla Terra. Le foto sono arrivate a Torino alle 4,23 di stamane, ora italiana, e dimostrano che Licia Cube ha portato a termine con successo i suoi obiettivi.

A raccontare i dettagli della missione di LiciaCube sono Giorgio Saccoccia, presidente di Asi, David Avino, Ceo di Argotec, Simone Pirrotta, program manager di Asi, Valerio Di Tana, program manager di Argotec, ed Elisabetta Dotto, Science Team Lead dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

Nell’ambito della missione, la prima di difesa planetaria della Nasa, l’Italia ha un ruolo di rilievo con Asi e Argotec e anche Leonardo ha fornito un supporto alla Nasa con il suo sensore d’assetto che ha contribuito a guidare, con grandissima precisione, la sonda Dart verso l’impatto contro l’asteroide. Il sensore made in Italy è infatti in grado di puntare una monetina da 1 euro a 2.5 chilometri di distanza.

Protezione della Terra dagli asteroidi

E’ la prima volta nella storia umana che si tenta di modificare la traiettoria di un corpo celeste, nel tentativo di proteggere la Terra da asteroidi simili a quello che, 66 milioni di anni fa, causò l’estinzione dei dinosauri.
E’ un test di «difesa planetaria» che avviene nel contesto della crescente importanza che le Forze armate delle maggiori potenze assegnano allo Spazio e alle possibili minacce che in esso si possono trovare. «Stiamo intraprendendo una nuova era per l’umanità, un’era in cui avremo la capacità di proteggerci da qualcosa di pericoloso come l’impatto di un asteroide. E’ qualcosa di incredibile. Non abbiamo mai avuto questa capacità prima», ha esultato, poco dopo il lancio, Lori Glaze, direttore della Divisione Scienze Planetarie della Nasa.

L’asteroide Dimorphos

Dimorphos orbita attorno a Didymos in 11 ore e 55 minuti; si è voluto abbreviarne leggermente quel periodo orbitale (10 minuti) e avvinarlo a Didymos. Nella missione gioca un importante ruolo anche la ricerca italiana. L’impatto e la sua area sono stati infatti seguiti, ad appena 55km dall’asteroide, dal nanosatellite LiciaCube, che è grande quanto un tostapane ma è il fiore all’occhiello della ricerca scientifica e tecnologica italiana: gli scatti di LiciaCube verranno rispediti nelle prossime settimane e mesi e documenteranno l’intero processo, catturando le immagini della collisione e la nuvola di materiali espulsi. Al lavoro ovviamente anche una serie di telescopi, sia sulla Terra che nello Spazio, che stanno osservando l’evento, tra cui il James Webb, il più potente mai lanciato in orbita. Ma il quadro completo sarà rivelato quando una missione dell’Agenzia spaziale europea, chiamata Hera, arriverà, tra quattro anni, a esaminare il cratere d’impatto e i danni causati a Dimorphos; e a quel punto rimanderà sulla Terra anche i dati sulla composizione, struttura e natura del sistema di asteroidi. Finora infatti si sa molto poco di Dimorphos, la sua struttura interna è sconosciuta e c’è solo un’idea di quale possa essere la sua composizione.
Pochissimi dei miliardi di asteroidi e comete nel sistema solare sono considerati potenzialmente pericolosi per la Terra e nessuno nei prossimi cento anni. Ma prima o poi ce ne sarà uno, e la Terra vuole essere pronta.

27 Settembre 2022
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