Milano
4:04 pm, 19 Settembre 22 calendario
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A Milano sospesi 500 medici Novax

Di: Redazione Metronews
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Sono circa 500 i medici Novax sospesi a Milano per non aver rispettato l’obbligo di vaccinazione anti-Covid, su un totale di 26 mila iscritti all’Ordine. A fare i conti, Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici di Milano. « Nei file che arrivano dal ministero, dove spesso ci sono elementi da verificare, arrivano numeri maggiori di segnalazioni, viaggiamo intorno ai 1.800. Ma dopo i controlli, in realtà siamo arrivati all’incirca a 500. E di questi, intorno a 150 sono rientrati in servizio. O perché hanno fatto il vaccino o perché hanno l’esenzione e così via. A casa, quindi, possiamo dire che oggi ce ne sono più o meno 300» di camici bianchi «rimasti sospesi del tutto», spiega Rossi. Per il presidente dell’Ordine, poi, «abbiamo 6-7 cause per il reintegro in corso».

Per Rossi «tra i sospesi non c’è una categoria prevalente», si va dagli ospedalieri ai libero-professionisti, con «una presenza trasversale. I numeri sono bassi rispetto al totale degli iscritti, anche se io mi sono meravigliato comunque, perché pensavo che fossero ancora meno», ammette. «Il medico ti aspetti che sia sempre ben convinto delle vaccinazioni». L’Ordine meneghino è sempre stato attento al tema No-vax in generale. Tanto che in era pre-Covid si sono registrate due radiazioni per motivi deontologici collegati. Ecco perché Rossi si aspettava numeri anche più bassi di quelli effettivamente raggiunti sul mancato rispetto dell’obbligo vaccinale per Covid. Circa il futuro, Rossi è attendista: «Bisognerà vedere quel che succede dopo le elezioni, ma non mi sembra ci sia questa volontà di reiterare l’obbligo vaccinale. Io cosa penso? Da una parte, il fatto che i medici debbano essere vaccinati e debbano supportare la cultura del vaccino lo ritengo ancora oggi un obbligo deontologico importantissimo. Dall’altro lato, dal punto di vista dell’esercitare, bisognerà distinguere tra un periodo in cui effettivamente il Covid rappresenta una minaccia per la salute e un momento in cui questo non è più vero. In questo momento bisogna dire che abbiamo ancora a che fare con una malattia che porta a morte 20 volte più dell’influenza. Una malattia che non spaventa più come all’inizio, ma che ha comunque una letalità di un certo impegno. Quindi, secondo me va valutato attentamente».

19 Settembre 2022
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