Pomezia, cade Zuccalà. Crisi 5 Stelle nel Lazio
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Cade il sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà. Ben 13 consiglieri comunali su 24 hanno presentato le dimissioni davanti a un notaio. Pomezia era l’ultimo comune a guida 5 Stelle nel Lazio. La vicenda acuisce la crisi dei pentastellati, che perdono anche questa amministrazione.
Pomezia, cade Zuccalà. Crisi 5 Stelle nel Lazio
La crisi a Pomezia era nell’aria. Adriano Zuccalà, sindaco del Movimento 5 Stelle, era al suo secondo mandato, stravinto nel 2018 dopo aver ottenuto il 68,2% delle preferenze al ballottaggio. Ma nel corso degli anni aveva perso ben 10 consiglieri comunali che sostenevano la sua maggioranza.
Il 31 luglio scorso, esattamente un mese fa, quattro esponenti del Movimento 5 Stelle erano fuoriusciti dal partito fondando un gruppo autonomo, Pomezia Attiva. Anche loro figurano tra i 13 consiglieri che questa mattina hanno protocollato le dimissioni davanti a un notaio, facendo cadere la Giunta e il sindaco Zuccalà.
A guidare l’azione il consigliere del Pd Stefano Mengozzi. «Insieme ad altri 12 colleghi abbiamo protocollato, contestualmente, le dimissioni da consiglieri comunali. L’amministrazione Zuccalà è decaduta». Tra le motivazioni il consigliere dem annovera una «crisi politica, con la prospettiva di una paralisi» e spiega che, per questi motivi, «non era possibile fare diversamente. Qualcuno doveva assumere questa responsabilità».
Tuttavia, alla base della caduta, ci sarebbero tensioni politiche di vecchia data, esplose negli ultimi mesi anche a seguito dello scenario nazionale che ha visto una spaccatura nello stesso Movimento 5 stelle, tra chi è rimasto e sostiene il presidente Giuseppe Conte e chi, invece, ha sposato la linea scissionista del ministro Luigi Di Maio.
I tredici consiglieri che hanno presentato le dimissioni provengono dalle fila sia del centrosinistra che del centrodestra, oltre ai quattro fuoriusciti.
Lo sfogo di Zuccalà
L’ormai ex sindaco, Zuccalà, ha affidato ai social network il suo sfogo: «È bastato un gesto vigliacco, nelle segrete stanze di un notaio, da parte di persone che non sanno nemmeno cosa voglia dire rappresentare una città. Ectoplasmi della politica, hanno professato per settimane la trasparenza e poi evitato l’unico confronto democratico possibile, il consiglio comunale. I quattro consiglieri eletti con i voti del Movimento 5 stelle si lasciano colpevolmente strumentalizzare da un’opposizione, che fino a ieri attaccavano a testa bassa, e preparano con loro le liste per le prossime elezioni. Senza una propria personalità politica, sono incapaci di comprendere le reali conseguenze delle loro azioni, accecati da egocentrismo e brama di apparire in vista delle prossime elezioni amministrative che li riporranno senza dubbio nel nulla politico dal quale provengono. Chinano il capo e si mettono al servizio del centrodestra e del Partito democratico».
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