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8:40 pm, 5 Luglio 22 calendario

Johnson perde pezzi, tsunami a Downing Street: Lui: “Resisto”

Di: Redazione Metronews
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Lo tsunami su Downing Street e Boris Johnson con le dimissioni di pezzi forti del governo britannico, il ministro dell’Economia, Rishi Sunak, e il ministro della Salute Sajid Javid diventa ancora più forte con altre dimissioni in arrivo.

Downing Street, Johnson: “Resisterò”

Se ne vanno il ministro per l’Infanzia, Will Quince, e l’assistente al Parlamento del ministro dei Trasporti, Laura Trott. In uscita anche il sottosegretario al Tesoro, John Glen, e la sottosegretaria alla Giustizia, Victoria Atkins.

Tuttavia BoJo non molla, e malgrado gli attacchi anche dai suoi compagni di partito e i ministri dimissionari, dice, in un intervento alla Camera dei comuni, che intende “resistere” a Downing Street. “Il compito di un Primo in circostanze difficili, quando gli è stato assegnato un mandato colossale, è quello di andare avanti ed è quello che farò“, ha affermato. “Con il senno di poi”, ha aggiunto, avrei dovuto realizzare che Chris Pincher – il deputato dimissionario in seguito a nuove accuse di molestie sessuali nei confronti di due uomini, ubriaco al Carlon Club di Londra- non sarebbe cambiato. Il Premier ha ammesso di essere stato informato di accuse nei suoi confronti già nel 2019.

“Mancanza di fiducia”

Glen ha annunciato l’addio spiegando di avere una «completa mancanza di fiducia» nella leadership del premier Boris Johnson. «Gli eventi recenti riguardanti la gestione della nomina dell’ex vice capogruppo e la mancanza di giudizio dimostrato mi rendono impossibile continuare il servizio con la mia coscienza», ha aggiunto nella lettera indirizzata al capo di Downing Street. Per la Atkins, «integrità, decenza, rispetto e professionalismo» dovrebbe contare.

Sette britannici su 10 ritengono che il premier britannico, Boris Johnson, deve lasciare: è il risultato di un sondaggio realizzato da YouGov su oltre 3mila persone. Ma il premier appare intenzionato a resistere e lo avrebbe anche detto ai suoi uomini. Secondo The Times, a un collaboratore che gli ha chiesto se vuole lasciare, avrebbe risposto: «Al diavolo». Il premier oggi è atteso a una giornata delicatissima: a mezzogiorno è atteso al question time in Parlamento; e più tardi nel pomeriggio Johnson dovrà affrontare le domande del Liaison Committee, una potente commissione interna ai Tory: dovrà chiarire una serie di questioni, non solo la posizione del governo su Ucraina e l’impatto della guerra sul Paese, ma anche il problema dell’aumento del costo della vita e poi tutti gli interrogativi sulla sua integrità in politica, sul partygate e sulla sua nomina del chiacchieratissimo Chris Pincher come vicecapogruppo conservatore in Parlamento, considerate le denunce sulla sua condotta discutibile (denunce di cui BoJo era al corrente da anni.

Downing Street, Boris Johnson verso fine corsa

I due ministri lasciano scoperti due dicasteri cruciali, in un momento delicato della vita pubblica britannica, sia per via della crescita esponenziale del costo della vita sia per il notevole aumento dei casi di Covid nel Paese. Per Sunak e Javid, Boris Johnson non può continuare ad andare avanti.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la vicenda del vice capogruppo del partito Chris Pincher che, mercoledì scorso, ha aggredito sessualmente due uomini in un club privato alla presenza di colleghi e personaggi di spicco. Pare che le abitudini di Pincher fossero note negli ambienti conservatori ma Johnson lo aveva voluto comunque nominare in quanto suo fedelissimo. Solo due giorni fa, il primo ministro aveva dichiarato di non essere stato a conoscenza delle segnalazioni a carico di Pincher prima della nomina ma le sue parole sono state ampiamente contraddette sui media nazionali.

Le reazioni

Il governo guidato da Boris Johnson «sta crollando» è il parere del leader dell’opposizione, il laburista Keir Starmer. «E’ chiaro che questo governo sta crollando. I ministri Tory hanno sempre saputo chi era il primo ministro. Sono state le sue cheerleader durante tutta questa triste saga», ha dichiarato Starmer parlando con i media britannici. I ministri, ha proseguito, «sono stati suoi complici in ogni occasione, mentre disonorava il suo ufficio e deludeva il Paese. Se avessero un minimo di integrità, se ne sarebbero andati mesi fa. Non inganneranno il popolo britannico. Il partito Tory è corrotto e il cambio di una persona non lo risolverà», ha aggiunto Starmer.

La premier scozzese

«Sembra che Johnson possa esser vicino alla fine, e non è troppo presto”: è il commento caustico della premier scozzese, l’indipendentista Nicola Sturgeon. «E’ da notare che i ministri dimissionari si sono decisi ad andarsene solo quando ha mentito a loro, ma lo avevano difeso mentendo a loro volta. L’intero lotto marcio se ne deve andare. E la Scozia ha bisogno che permanga l’alternativa dell’indipendenza», ha scritto Sturgeon sul suo profilo Twitter.

5 Luglio 2022 ( modificato il 6 Luglio 2022 | 14:34 )
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