Milano
4:35 pm, 20 Giugno 22 calendario
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Spumador in amministrazione giudiziaria. Favoriva la ‘Ndrangheta

Di: Redazione Metronews
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Spumador, la società della cedrata e del chinotto da oltre 200 milioni di fatturato annuo, finisce in amministrazione giudiziaria. La causa? Le pesanti infiltrazioni della ‘Ndrangheta tra i suoi fornitori. A deciderlo oggi la Sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano al termine delle indagini della Gdf di Como, coordinate dal pm Paolo Storari, che hanno fatto emergere «un presunto meccanismo criminoso che puntava ad ottenere il controllo totale delle commesse di trasporto della società».

Spumador spa era già stata coinvolta in un’inchiesta della Dda milanese che nel novembre 2021 portò a 54 arresti. Allora la società non fu toccata da alcun provvedimento. Oggi la situazione è cambiata. Secondo i pm, il commissariamento si è reso necessario a causa delle «reiterate condotte estorsive, aggravate dal ricorso al metodo mafioso, ai danni di dirigenti e dipendenti della committente, di fatto assoggettata al volere degli ‘ndranghetisti, che imponevano le loro condizioni economiche» alla società.

Spumador pesantemente infiltrata

I giudici hanno rilevato «una grave situazione di infiltrazione mafiosa nell’attività di impresa esercitata, perdurante dal 2018 sino ad oggi, che ha permesso a svariate società, riconducibili ad esponenti della ‘Ndrangheta, di operare indisturbate nel tessuto economico, alterandone le regole della concorrenza e ottenendo così ingenti vantaggi».

Per la prima volta la Sezione misure di prevenzione del Tribunale ha preso questo tipo di decisione nei confronti di un’azienda che è stata sì vittima delle intimidazioni dei clan, ma che, anche dopo gli arresti di fine novembre scorso, avrebbe continuato ad avere rapporti contrattuali «con ulteriori soggetti, a loro volta legati» ai fratelli Salerni (finiti in carcere e a cui era riconducibile la Sea Trasporti), tra i quali Giampiero Crusco e la Grsa srl. Società quest’ultima che proprio da novembre in poi ha avuto un “aumento esponenziale” degli importi fatturati alla Spumador.

Il famoso Chinotto della Spumador

Quasi 5 milioni di fatturato per i clan

«Faccio 400 mila euro all’anno (…) ho chiuso con 4 milioni e 8 … di fatturato … stavo arrivando a 5 milioni». Così Antonio Salerni, presunto affiliato alla ‘ndrangheta e finito in carcere in una maxi inchiesta contro le cosche lo scorso novembre, parlava intercettato nel maggio 2020 del «suo ruolo di forza all’interno di Spumador» per il «monopolio» delle commesse sui trasporti merci, anche attraverso «padroncini fatti entrare da lui, garantendogli un considerevole aumento di fatturato». Tramite le intercettazioni e le testimonianze di dirigenti e dipendenti, i giudici hanno accertato una «oggettiva agevolazione» da parte di Spumador «in favore» di presunti affiliati alla ‘ndrangheta, che ricorrevano sistematicamente «all’intimidazione e alla violenza fisica», instaurando così un «grave regime di sopraffazione» nei confronti della stessa azienda.

20 Giugno 2022
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