Roma
9:24 pm, 9 Giugno 22 calendario
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Peste suina: due maiali infetti in un allevamento di Roma

Di: Redazione Metronews
Due maiali infetti
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Cresce la preoccupazione per la Peste suina africana. Due maiali sono risultati infetti in un piccolo allevamento di Roma, nella zona rossa istituita attorno al Parco dell’Insugherata. I due maiali e tutti gli altri capi presenti nell’allevamento saranno immediatamente abbattuti.

Peste suina: due maiali infetti in un allevamento di Roma

Due maiali di un allevamento sono risultati positivi alla peste suina africana. I due esemplari vivono in una piccola azienda agricola all’interno della zona rossa istituita a Roma dopo che l’istituto Zooprofilattico aveva riscontrato il primo caso di peste suina in un cinghiale.

«La peste suina provocata dai cinghiali entra in un piccolo allevamento della zona perimetrata. Sono stati rilevati infatti due casi di positività. Queste sono le notizie appena fornite dall’Istituto Zooprofilattico. Tutti i capi saranno immediatamente abbattuti da parte dei servizi veterinari della Asl ed è in corso la riunione della task-force». Così l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato. Una notizia che fa salire il livello di allerta per i possibili danni economici. Il Lazio è la prima regione in cui c’è stato il passaggio della malattia da cinghiale a suino. L’azienda agricola colpita ha solo otto capi di bestiame, ma il timore di nuove trasmissioni dopo questo episodio sta crescendo tra gli allevatori.

Sono infatti quasi 50 mila i maiali allevati nel Lazio a rischio per la peste suina africana (Psa), che è spesso letale per questi animali, ma non è invece trasmissibile agli esseri umani e non comporta nessun problema per quanto riguarda la carne. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti dopo i due casi individuati oggi. Intanto nel Lazio le carcasse di cinghiali ammalati sono salite a 23.

Coldiretti: «Servono misure più incisive»

«È necessaria l’introduzione di misure di sostegno per il settore suinicolo al fine di tutelare il reddito degli allevatori ma anche intervenire per un deciso contenimento della popolazione dei cinghiali che rappresentano il vettore di trasmissione della malattia», è tornata sottolineare ieri la Coldiretti in una nota.

 

 

9 Giugno 2022
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