il caso cucchi
9:36 pm, 4 Aprile 22 calendario

Cucchi, la Cassazione conferma l’omicidio

Di: Redazione Metronews
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Una pena di 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale ai carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro in relazione al pestaggio subito da Stefano Cucchi la sera del 15 ottobre 2009 nella caserma della compagnia Casilina. Lo ha deciso la quinta sezione penale della Cassazione dopo 5 ore di camera di consiglio, riducendo quindi di un anno la pena inflitta loro in appello.

Cucchi, i due carabinieri ora in carcere

I due carabinieri condannati per omicidio preterintenzionale dovranno ora andare in carcere. La riduzione di pena di un anno è dovuta alla decisione della Cassazione di annullare senza rinvio la sentenza d’appello (con la quale erano stati inflitti loro 13 anni) limitatamente al punto in cui aveva escluso le attenuanti generiche.

Ilaria Cucchi: “Giustizia è fatta”

«A questo punto possiamo mettere la parola fine su questa prima parte del processo sull’omicidio di Stefano. Possiamo dire che è stato ucciso di botte, che giustizia è stata fatta nei confronti di loro che ce l’hanno portato via», ha detto Ilaria Cucchi, dopo la sentenza della Cassazione.

“Finalmente è arrivata giustizia dopo tanti anni almeno nei confronti di chi ha picchiato Stefano causandone la morte”. Queste le parole di Rita Calore, madre di Stefano Cucchi, riportate dal suo legale Stefano Maccioni dopo la sentenza.

L’Arma dei Carabinieri: “Vicini a famiglia, massimo rigore”

«La sentenza emessa oggi dalla Corte di Cassazione sancisce le responsabilità di due dei quattro carabinieri coinvolti, a diverso titolo, nella vicenda della drammatica morte di Stefano Cucchi. Una sentenza che ci addolora, perchè i comportamenti accertati contraddicono i valori e i principi ai quali chi veste la nostra uniforme deve, sempre e comunque, ispirare il proprio agire». E’ quanto si legge in una nota del Comando generale dell’Arma del carabinieri.

«Siamo vicini alla famiglia Cucchi – prosegue la nota – cui condividiamo il dolore e ai quali chiediamo di accogliere la nostra profonda sofferenza e il nostro rammarico. Ora che la giustizia ha definitivamente terminato il suo corso, saranno sollecitamente conclusi, con il massimo rigore, i coerenti procedimenti disciplinari e amministrativi a carico dei militari condannati. Lo dobbiamo alla famiglia Cucchi e a tutti i carabinieri che giornalmente svolgono la loro missione di vicinanza e sostegno ai cittadini».

4 Aprile 2022
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