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12:10 am, 14 Gennaio 22 calendario

Stop alla plastica monouso, multe fino a 25 mila euro

Di: Redazione Metronews
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Stop alla plastica monouso, multe fino a 25 mila euro. Da oggi 14 gennaio entrerà ufficialmente in vigore anche in Italia la direttiva europea Sup del 2019 (Single Use Plastic) che ha l’obiettivo di ridurre l’impatto della plastica sull’ambiente. La strategia europea mira a contrastare l’inquinamento dei nostri mari e oceani. Si stima infatti che la plastica che galleggia negli oceani si aggiri tra i 5 e i 13 milioni di tonnellate e che la metà di questa sia composta proprio da plastica usa e getta.

Stop alla plastica monouso, multe fino a 25 mila euro

Ecco cosa non sarà più possibile acquistare da oggi: posate, piatti, cannucce ed altri prodotti in plastica anche ‘oxo-degradabile’ (ovvero le materie plastiche contenenti additivi che attraverso l’ossidazione comportano la frammentazione della materia plastica in microframmenti), i bastoncini cotonati (cotton fioc), agitatori per bevande, aste da attaccare a sostegno dei palloncini, alcuni specifici contenitori per alimenti in polistirene espanso, contenitori e tazze per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi.

Multe fino a 25 mila euro

Il divieto non si limita alla sola produzione e all’utilizzo nella gastronomia e nella ristorazione da asporto ma anche alla vendita da parte di supermercati e negozi. Le scorte dei prodotti potranno essere smaltite dai venditori purché possano comprovarne l’effettiva immissione sul mercato in data antecedente al 14 gennaio 2022. E per chi non rispetta le regole sono previste multe che andranno da 2.500 a 25.000 euro.

Greenpeace: l’Italia rischia multe per le deroghe

«L’Italia rischia sanzioni per aver introdotto alcune deroghe in contrasto con i dettami della direttiva europea sulle plastiche monouso (Sup)». È quanto denuncia in una nota Greenpeace che, nei mesi scorsi insieme a ClienthEarth, Ecos e Rethink Plastic Alliance aveva già presentato un reclamo ufficiale alle autorità europee. Per i prodotti in plastica destinati a entrare in contatto con gli alimenti (ad esempio piatti e posate) la legge italiana – spiga Greenpeace – consente infatti di aggirare il divieto europeo ricorrendo ad alternative in plastica biodegradabile e compostabile. In base alla norma comunitaria, tuttavia, queste dovrebbero essere vietate al pari delle stoviglie realizzate con plastiche derivate da petrolio e gas fossile.

Un’ulteriore violazione è l’esclusione dall’ambito di applicazione della direttiva dei prodotti dotati di rivestimento in plastica con un peso inferiore al 10 per cento dell’intero prodotto. Su questa tipologia di articoli i dettami comunitari non prevedono tuttavia alcuna deroga. «La direttiva offriva l’opportunità di andare oltre il monouso e la semplice sostituzione di un materiale con un altro, promuovendo soluzioni basate sul riutilizzo. Un obiettivo che è stato volutamente ignorato dal nostro Paese. Ci auguriamo che nelle prossime settimane l’Europa imponga al governo italiano le modifiche necessarie affinché prevalga la tutela dell’ambiente e della collettività anziché i meri interessi industriali. Purtroppo c’è il concreto rischio che venga avviato l’iter per una procedura d’infrazione», afferma Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.

Slitta al 2023 la plastic tax italiana

Slitta, invece, al 2023 la plastic tax  italiana, – imposta sui manufatti di plastica che avrebbe dovuto disincentivare l’utilizzo di questo materiale da parte delle aziende – già slittata in precedenza in scia all’emergenza pandemia e alla conseguente necessità di non aumentare il pressing economico sulle aziende.

 

14 Gennaio 2022 ( modificato il 13 Gennaio 2022 | 14:04 )
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