Quirinale
6:58 am, 17 Dicembre 21 calendario

Quirinale, come si elegge il Presidente della Repubblica

Di: Osvaldo Baldacci
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Ecco tutte le regole su come si elegge il Presidente della Repubblica.

I requisiti del Presidente della Repubblica

Secondo l’articolo 84 della Costituzione Italiana può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino italiano che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici. Dura in carica sette anni. Il voto è segreto. Una volta eletto, il Presidente entra in carica solo dopo il giuramento sulla Costituzione davanti alle Camere. La Costituzione non prevede divieti di rielezione al Colle dopo la fine del mandato.

La tempistica della scelta per il Colle

L’articolo 85 della Costituzione prevede che «trenta giorni prima che scada il termine» del mandato presidenziale, il Presidente della Camera dei Deputati «convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica». Mattarella è entrato in carica il 3 febbraio 2015 e dunque il 3 gennaio il presidente Roberto Fico diramerà la lettera con cui convocherà la prima seduta, verosimilmente attendendo la fine delle festività natalizie e i tempi di elezione da parte delle Regioni dei loro delegati, dunque dal 14 gennaio in poi ma non oltre il 26 gennaio, dando così tempo di far eleggere il successore di Mattarella entro il 3 febbraio. La data esatta della convocazione del Parlamento in seduta comune non è stata ancora fissata nel dettaglio, lo faranno i presidenti delle Camere, Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, sentito il presidente Mattarella, poco prima di fine anno.

Dal momento della convocazione, la seduta comune è considerata unica, al di là di quante siano le votazioni che si effettuano. Non sono previste pause significative, dunque ogni giorno si deve effettuare almeno una votazione, anche nei giorni festivi.

Il corpo che elegge il Presidente della Repubblica

In base all’articolo 83 della costituzione l’inquilino del Quirinale deve essere eletto dal Parlamento in seduta comune (in quanto massimo organo rappresentativo della nazione). A cui si aggiungono 3 delegati per ogni regione (salvo la Val d’Aosta che ha un solo rappresentante).

In attesa che trovi applicazione la riforma costituzionale approvata nel 2020 che prevede una riduzione del numero dei parlamentari, l’assemblea che elegge il Presidente della Repubblica si compone quindi ad oggi di 1.009 elettori: 630 deputati, 321 senatori (inclusi i senatori a vita, attualmente 6, Giorgio Napolitano, Elena Cattaneo, Mario Monti, Liliana Segre, Renzo Piano e Carlo Rubbia) e 58 delegati regionali. In realtà al momento i deputati sono 629 in virtù delle dimissioni di Roberto Gualtieri, eletto sindaco di Roma, ma le suppletive per eleggere il suo sostituto sono state fissate per il prossimo 16 gennaio, di conseguenza il sostituto dovrebbe poter partecipare alle votazioni per il Quirinale. Più complessa la situazione in Senato dove pure c’è un senatore in meno: è stato dichiarato decaduto Adriano Cario, ma non si è ancora presa una decisione sul suo successore.

La votazione che elegge il Presidente si terrà nell’aula di Palazzo Montecitorio e a presiedere è chiamato il presidente della Camera Roberto Fico con accanto la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Il quorum per salire al Quirinale

Le prime tre votazioni hanno il quorum dei due terzi, cioè 673 elettori su 1008, che raramente viene raggiunto, dalla quarta votazione è sufficiente la maggioranza assoluta di 505 voti. Se non ci saranno difficoltà a individuare un nome che raccolga ampi consensi dunque, entro la fine di gennaio ci dovrebbe essere già l’elezione del tredicesimo presidente della Repubblica. Solitamente si svolgono due votazioni al giorno, che durano ognuna oltre quattro ore. In casi eccezionali si sono svolte tre votazioni, in altre una sola.

Come si elegge il Presidente al tempo del Covid

Ovviamente la pandemia potrà avere ripercussioni sui normali tempi di voto e sarà sicuramente un inedito la procedura di voto per l’elezione del prossimo Capo dello Stato. Si procede (in quest’ordine) alla chiama di senatori, deputati e delegati regionali, i quali ricevono una scheda e la compilano nella cabina chiamata catafalco, per depositarla nell’urna all’uscita, e solitamente prima e dopo aver espresso il voto gli elettori possono rimanere in Aula o in Transatlantico. È prevedibile però che stavolta, secondo quanto avviene con i voti di fiducia, la chiama avverrà in maniera contingentata, evitando soste e assembramenti in Aula.

Proprio per evitare un eccessivo affollamento a Montecitorio, almeno inizialmente potrebbe inoltre essere previsto un solo scrutinio al giorno. Da verificare poi, per gli stessi motivi, come sarà disciplinato l’accesso al Transatlantico, dove potrebbe essere necessaria una capienza limitata.

Dallo spoglio al giuramento

Terminata la votazione per il Presidente della Repubblica, si procede allo spoglio delle schede, che vengono lette dal presidente della Camera con accanto quello del Senato. Quindi i segretari procedono al computo dei voti e il presidente proclama poi il risultato. In caso di esito positivo, immediatamente il presidente della Camera e quello del Senato si recano dall’eletto, comunicandogli l’avvenuta elezione e il verbale della seduta. Nei giorni immediatamente successivi il neo-eletto Presidente torna davanti al Parlamento in seduta comune per prestare giuramento ed entrare in carica.

 

17 Dicembre 2021
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