I dossier spinosi rimasti sul tavolo
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ROMA Dal Def alla legge di bilancio con la spada di Damocle dell’aumento dell’Iva, dalla vendita di Alitalia alla vertenza Ilva, fino alla partita delle nomine in scadenza. Sono tanti e pesanti i dossier economici che il governo uscente lascia in eredità ai nuovi inquilini di Palazzo Chigi. La vera spada di Damocle è rappresentata dalle clausole di salvaguardia, ovvero i circa 12,5 miliardi necessari ad evitare il nuovo aumento di Iva e accise nel 2019 (mentre per il 2020 ne occorrono oltre 19). Il governo Gentiloni ha trasmesso a Bruxelles un Def tecnico con l’aggiornamento del solo quadro tendenziale a legislazione vigente. Spetterà al nuovo esecutivo aggiornare il quadro macro-economico programmatico e trovare le coperture necessarie per disinnescare le clausole. Ma non è l’unica sfida che aspetta al varco e con la quale deve fare i conti tutto il Paese.
IVA: Costoso disinnesco
In assenza di interventi, l’aliquota Iva ridotta del 10% salirà nel 2019 all’11,5% e nel 2020 al 13%, mentre quella ordinaria del 22% passerà al 24,2% dal 2019, al 24,9% dal 2020 e al 25% dal 2021. Il primo banco di prova per il nuovo governo sarà il passaggio parlamentare del Def. Il Documento di economia e finanza ha ottenuto il via libera delle commissioni speciali di Camera e Senato e la prossima settimana – dopo l’eventuale voto di fiducia – dovrebbe approdare in Aula.
CONTI: Sotto la lente Ue
La partita sui conti 2017 si è chiusa evitando l’apertura di una procedura per debito, ma l’Italia è a rischio di non rispettare il Patto di stabilità e crescita per via di una legge di bilancio ritenuta dall’Ue poco ambiziosa. Bruxelles chiede un aggiustamento di 5 mld nel 2018 e 10 mld nel 2019, rinviando il giudizio alla prossima primavera.
ALITALIA: La stretta finale
È passato oltre un anno dal commissariamento di Alitalia. Il 22 maggio la commissione Speciale del Senato ha dato il via libera al decreto legge che proroga i termini della procedura di cessione e del rimborso del prestito di Alitalia. L’esame è stato calendarizzato al Senato per martedì, ma dipenderà dai tempi dell’eventuale voto di fiducia al nuovo governo. Nel contratto di governo di Lega e M5S si punta a «far rinascere il vettore in un’ottica di piano strategico nazionale».
ILVA: Trattativa in stallo
Il tavolo sull’Ilva è interrotto, dopo 6 mesi di negoziato e più di 32 incontri istituzionali. L’ultimo schema presentato dal ministro Calenda – che salva in modo sicuro solo 10 mila lavoratori assunti da AmInvestco – è stato respinto dai sindacati. Sul negoziato pesa l’incertezza sulle future scelte del M5S, favorevole allo stop alle fonti inquinanti.
CRAC BANCHE: Attesa risarcimenti
Resta al palo il decreto per la tutela dei risparmiatori danneggiati dai crac bancari. Il Mef entro marzo avrebbe già dovuto indicare modalità e condizioni del nuovo fondo di ristoro finanziario, previsto dalla legge di bilancio, destinato a risarcire i risparmiatori vittime di danno ingiusto delle banche oggetto di salvataggio da parte del governo. Ma il decreto attuativo, varato dal Tesoro, è all’esame del Consiglio di Stato. Conte ha annunciato un pieno risarcimento.
NOMINE: Grande infornata
Infine c’è la partita delle nomine dei vertici delle controllate pubbliche. Dalle prossime settimane dovranno essere rinnovate centinaia di cariche nelle partecipate. Molte andranno a scadenza da qui all’anno prossimo, altre entro il 2020. Rai e Cassa depositi e prestiti saranno il primo banco di prova per il nuovo governo.
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