Maurizio Baruffaldi
8:12 pm, 15 Giugno 16 calendario

Altro che Inter Milano è già dei cinesi

Di: Redazione Metronews
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Sabato scorso. Nello studio di un amico in zona Corso Lodi a Milano. Esco per comprare sei margherite. Due pizzerie con insegne cinesi, una dopo l’altra, hanno già chiuso. Più in là vedo un negozio aperto, ma sono cover, cavi e chiavette appesi alle pareti e monitor accesi su film con sottotitoli in mandarino standard (si chiama così). Ne ho uno uguale sottocasa, dove ho portato a cambiare il vetrino rotto dell’iPhone di mia figlia (parecchi euro in meno dell’unico negozio italiano della zona); durante l’attesa rapida dell’operazione lessi il certificato appeso alla porta: Signor Hu, secondo cognome della città, a uno sputo dai Rossi. Proseguo. È aperto anche un mini market: dietro il bancone dei salumi mi invitano quattro occhi a mandorla. Ma resisto e insisto, ed ecco finalmente un ristorante pizzeria; infissi e vetrate fanno immaginare camerieri in divisa; la lista del menù è ben incorniciata. Entro, e mi viene incontro all”stante una donna cinese. Mi colpisce con il suo italiano stentato e frenetico, e le sei pizze d’asporto sono pronte in otto minuti esatti. E non era la Chinatown di Canonica Sarpi.
Milano è già cinese. Eppure: avete amici cinesi? Gente con la quale uscite a cena o che invitate? Raccontatelo, se succede. A me sembra stiano solo tra di loro. E sono loro anche i fornitori. Il denaro lievita in casa. Appena un’attività stenta, e qui tutto stenta, arriva il loro contante. Che impara. Tutto. Uguale. Il signor Jindong Zhang, presidente di Suning Commerce Group, con l’acquisto della nostra Internazionale ha solo messo il sigillo. Certo, l’Inter potrà comprarsi i giocatori che fanno la differenza, e magari tornare a vincere la Champions… Però le tante squadre vincenti di città europee in mano a russi, americani, o thailandesi non hanno le strade piene di attività russe, americane o thailandesi. A me questa, più che globalizzazione, sembra conquista. Lo scrivo, e mi delude la mia stessa diffidenza, indegna di Milano. Milano accoglie. Ma certo, ottimismo: vedrai che la milanesità conquisterà e contagerà i cinesi, e non viceversa. Rinfrancato da questo pensiero finale, scendo, attraverso la strada, e ordino ravioli di gamberi al vapore e spaghetti di soia con verdure. Un quarto d’ora, e torno a casa con le due stagnole fumanti.
MAURIZIO BARUFFALDI
giornalista

15 Giugno 2016
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