L'Aquila sette anni dopo
7:48 am, 6 Aprile 16 calendario

Ancora 8000 sfollati ma l’Aquila riparte

Di: Redazione Metronews
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L’Aquila. «Senza le proteste non ci sarebbe stata ricostruzione». Lo ha ammesso ieri il sindaco aquilano Massimo Cialente ricordando il sisma che esattamente sette anni fa oggi sconvolse la città e l’Abruzzo uccidendo 309 persone. «Quando consegnammo la fascia tricolore a Napolitano avemmo la sensazione che era una battaglia indovinata». Cittadini in piazza ogni domenica, a presidiare macerie e denunciare ritardi. Oggi cosa rimane della “città degli studenti” sconvolta dal terremoto alle 3.32 di quel funesto sei aprile? 
Il 1 gennaio 2010 c’erano a L’Aquila 54.000 sfollati, ben 22.000 nuclei familiari. Oggi gli sfollati sono 8.000 e i nuclei familiari 3.251. Nelle periferie la ricostruzione è stata completata per il 96-97% e nel centro storico si procede con una media di 100 milioni di euro ogni due mesi: «Ci sono più soldi che progetti», ha euforicamente detto il sindaco, che assicura: «Nel 2017 anche l’asse centrale della città sarà completato».
A placare gli entusiasmi ci pensano i sindacati, e la cronaca. È di un paio di giorni fa la notizia del crollo di un altro balcone, sempre al progetto Case di Cese di Preturo, in una delle palazzine già a suo tempo sgomberate. Quindi una palazzina vuota, e il Comune, sulla scorta di una serie di esami eseguiti ripetutamente negli ultimi mesi,  sta disponendo gli atti per lo sgombero di ulteriori 12 piastre, con il trasferimento in altri alloggi di oltre 120 famiglie.
I sindacati, dal canto loro, puntano l’attenzione sul centro storico e sulla disoccupazione: «Sono 300 i milioni di euro di fondi pubblici per il rilancio delle attività economiche bloccati dalla burocrazia – dice Umberto Trasatti, segretario generale della Camera del Lavoro Cgil de L’Aquila – l’asse centrale della città è pieno di gru e il centro storico dei paesi del cratere si sono accumulati ritardi». Per la disoccupazione siamo a oltre il 15% nelle zone terremotate rispetto al 12,7% della regione e quella giovanile è superiore al 50%.
Il rischio è avere città ricostruite ma vuote, perchè nel frattempo se ne sono andati tutti via».
Macerie e amianto
Il 20% dei palazzi crollati in città era costruito con materiale contenente amianto: lo ha denunciato ieri l’Osservatorio nazionale amianto che sta seguendo l’iter di smaltimento delle macerie. «È di fondamentale importanza procedere al monitoraggio del rischio», ha detto il presidente dell’Ona, Ezio Bonanni.
E i geologi sempre ieri hanno lanciato l’allarme sull’edilizia di tutto il Paese: «Non conosciamo le condizioni di sicurezza perchè non abbiamo il “Fascicolo del Fabbricato”, una sorta di libretto dello stato di salute degli edifici», ha detto il presidente del Consiglio dei Geologi, Peduto. 
STEFANIA DIVERTITO

6 Aprile 2016
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