Alessia Chinellato
7:09 pm, 1 Marzo 16 calendario

Ricetta digitale Chi tutela i nostri dati?

Di: Redazione Metronews
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Al via la ricetta elettronica. Per molti farmaci, ma non per tutti. Obbligatoria dal primo marzo, in tutta Italia. Basterà entrare in qualsiasi farmacia del territorio nazionale, anche se si è residenti in una regione differente da quella nella quale ci si trova, per poter ritirare un farmaco con le eventuali esenzioni cui si ha diritto.  Maggiori aggravi per i medici di base, costretti a “stare sul pezzo”, dotandosi di attrezzature capaci di rilasciare anche seduta stante quanto richiesto e una non indifferente abilità nell’utilizzo degli strumenti elettronici, che non fa parte del giuramento di Ippocrate. Tanta carta risparmiata e grandi economie per la sanità pubblica. Al paziente verrà infatti consegnato solo un promemoria, in carta semplice, con cui il farmacista risalirà agevolmente alle indicazioni terapeutiche oggi talvolta indecifrabili.
Non molti sanno che in fase di compilazione della ricetta dematerializzata, su richiesta dell’assistito, il suo cognome e nome e il suo indirizzo possono essere oscurati e non siano visibili all’erogatore nel momento in cui visualizza elettronicamente la ricetta. L’introduzione della prescrizione elettronica permetterà di tracciare – incrociando codice fiscale, patologie, esenzioni e farmaci acquistati – i dati sanitari dei cittadini italiani, creando un database di valore inestimabile per le aziende farmaceutiche, il fisco, l’agenzia per il farmaco e non solo.  E, qui, sorge spontanea la domanda: chi ci garantisce che i nostri dati saranno adeguatamente tutelati?
ALESSIA CHINELLATO
Giornalista

1 Marzo 2016
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