Orsi, in Trentino è guerra tra spray e campanelle

 
Trento. Dicono che ce ne sono 50. Secondo altri 100. Non è dato da sapere il numero preciso; così come non è dato da sapere cosa potrà accadere in estate, quando le montagne si popoleranno di escursionisti, atleti, campi all’aperto di giovani e bambini. 
Parliamo di orsi in Trentino dove, dopo l’ultima aggressione a un uomo, la polemica è più accesa che mai. Marco Zadra ha riportato uno squarcio al braccio, è riuscito a salvarsi lanciandosi in un burrone. Via web è partita la raccolta firma per adottare lo spray al peperoncino. In due giorni la pagina Facebook ha collezionato 12mila adesioni.
«Non basta stare immobili se incontriamo un orso. Quella è propaganda disneyana – ci dice l’avvocato Mario Giuliano che difende Zadra – Se il ministero dovesse dire di no allo spray, porterà sulla coscienza il prossimo cittadino sbranato».  
La Cassa rurale di Rovereto propone la distribuzione di campanellini «scaccia orso» ai bimbi nelle colonie della Fondazione Museo civico di Rovereto. «Ma nel contesto trentino, alpino, europeo il territorio è fortemente interessato dalle attività agropastorali e si avrebbe l’effetto inverso: per gli orsi la campanellina indicherebbe una pecorella da sbranare», spiega Michele Curto, ruralista e professore all’Università agraria di Milano. 
 
STEFANIA DIVERTITO