Alessia Chinellato
5:33 pm, 23 Giugno 15 calendario

La grande spiata contenuta nel Jobs Act

Di: Redazione Metronews
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Cambia, forse, lo Statuto dei lavoratori, soprattutto l’articolo 4, che limita il controllo a distanza dei dipendenti. Nonostante una serie di sentenze che vanno in senso contrario, condannando chi, per qualche motivo, si intrufola nelle pieghe eteriche di qualcuno. Come recita la sentenza 11467 della Cassazione, che ha condannato un fidanzato lasciato che si credeva tradito per aver sottratto il cellulare alla ex e aveva frugato –  illegalmente – tra i suoi messaggi. Quella è vita privata. Sul lavoro è un’altra cosa.
Pare, infatti, che il decreto attuativo del Jobs act prevedrebbe controlli a distanza sui badge, telefonini e pc messi a disposizione dei lavoratori dalle aziende per le quali operano. Per installare impianti audiovisivi atti a visualizzare la catena produttiva, ma che implicitamente prevedono la sorveglianza da remoto dei dipendenti, deve invece sempre sussistere un accordo sindacale o l’autorizzazione da parte del Ministero del Lavoro.
La brutta abitudine di utilizzare i social per fini personali con mezzi aziendali durante l’orario di lavoro troverebbe, quindi, un muro legislativo insormontabile di fronte a sé. Ciò che cambia è la forza –  in giudizio – della prova di potenziali inadempienze provenienti dall’uso improprio dei sistemi elettronici forniti al lavoratore, indipendentemente dalla loro legittimità. Un Grande Fratello a metà, per chi ha la coscienza pulita. Anche se la sorveglianza genera odio e demotivazione in chi sa di essere controllato.
Nonostante l’ira funesta dei sindacati, che annunciano battaglia, la realtà ha già superato la norma se, come forse qualcuno ricorda, il licenziamento di un lavoratore che utilizzava lo smartphone durante l’orario di lavoro per chattare è stato ritenuto più che legittimo.
ALESSIA CHINELLATO, giornalista

23 Giugno 2015
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