Necessari 40 miliardi per il Trasporto pubblico locale

MILANO Il trasporto pubblico urbano ed extra-urbano nazionale necessita di almeno quaranta miliardi di euro di investimenti per colmare il gap infrastrutturale che ci separa dagli altri Paesi europei, rinnovando reti metropolitane e tranviarie, potenziando il parco mezzi su gomma e su materiale rotabile e abbassando l’età media dei mezzi (in Italia siamo a quota 11,6 anni rispetto ai 7 anni del resto d’Europa). È quanto emerge dall’analisi condotta a livello mondiale dalla società globale di consulenza aziendale AlixPartners dal titolo “Nutrire la mobilità del futuro”, i cui risultati sono stati illustrati ieri da Giacomo Mori, Managing Director di AlixPartners in Italia, nel corso della manifestazione #ForumAutoMotive, promossa a Milano con l’obiettivo di dare una forte scossa ai protagonisti della mobilità a motore.
Sostegno pubblico
Secondo lo studio, per colmare il divario che ci separa dagli standard europei di mobilità, in particolare sono necessari 20 miliardi di investimenti per lo sviluppo di infrastrutture, 9,5 miliardi per l’adeguamento del parco mezzi e ancora 10 per abilitare una mobilità urbana più sostenibile tramite il sostegno pubblico al rinnovo del parco con veicoli elettrici e reti di ricarica, lo sviluppo di car/bike sharing e car pooling e le nuove tecnologie per la smart mobility. In aggiunta a questi stanziamenti, si stima un costo annuale del settore del trasporto pubblico pari a ben 6,4 miliardi di euro.
Efficienza e sostenibilità
La ricerca evidenzia come la stimata crescita della popolazione mondiale (+35% dal 2010 al 2050 – da 7 a 9 miliardi complessivi) e la maggiore concentrazione nelle aree urbane (52% nel 2010 contro il 67% previsto per il 2050) renderà la mobilità urbana un tema sempre più strategico per gli spostamenti di persone e beni con criteri di efficienza e sostenibilità. Già oggi il 64% del totale dei chilometri percorsi avviene in ambito urbano e questa percentuale è destinata a crescere clamorosamente nei prossimi venti anni.
Nonostante il progresso tecnologico, inoltre, dal 1995 a oggi la velocità di trasferimento dei pendolari è diminuita e le ore perse nel traffico sono quasi raddoppiate con evidente impatto sulla sostenibilità e sulla qualità di vita dei cittadini: oggi sono 62 l’anno e toccheranno quota 68 nel 2020, fino alle 106 previste per il 2050.
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