IRAN
9:04 pm, 30 Marzo 15 calendario

Iran, un giorno decisivo per tutto il Medio Oriente

Di: Redazione Metronews
condividi

La cronaca 
Rush finale a Losanna per arrivare a un accordo politico sul programma nucleare iraniano, prima della scadenza della mezzanotte di oggi. I negoziati tra la Repubblica islamica e i Paesi del 5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania) sono giunti alla fase conclusiva, ma sono ancora bloccati. Lo stallo riguarderebbe tre nodi fondamentali: la durata di un eventuale accordo, la rimozione delle sanzioni contro Teheran e un meccanismo di controllo per assicurare il rispetto dei patti e l’eventuale reintroduzione delle sanzioni. Mentre il ministro degli Esteri cinese ha affermato ottimisticamente che le divergenze «si stanno riducendo, le posizioni si stanno avvicinando», il capo negoziatore iraniano ha escluso di poter accettare di trasferire le scorte di uranio arricchito in Russia, come sembrava concordato da mesi. Il diplomatico ha comunque definito l’accordo «fattibile», seppur «complesso». Però ha precisato che il testo del possibile accordo «non è ancora pronto». Sono andati avanti incontri di ogni tipo: c’è stato anche un bilaterale tra Stati Uniti e Iran, e poi a seguire un incontro tra Usa, Ue ed Iran. Il segretario di Stato americano John Kerry ha ribadito la determinazione a restare a Losanna per l’importanza della posta in gioco. Tutte le parti sostengono che i negoziati andranno avanti fino all’ultimo minuto. 
L’analisi  
Dipanare la matassa mediorientale è sempre più complicato.  Ma mai come oggi è evidente che quanto accade laggiù si ripercuote direttamente su di noi. C’è un filo complesso che unisce la Nigeria all’Afghanistan passando per Libia, Yemen, Siria, Iran. Per questo è così importante quanto sta accadendo a Losanna: siamo di fronte a un riassetto di una parte decisiva del mondo. Non bisogna cadere in semplificazioni  né prendere isolatamente ogni episodio.
 L’Iran oggi è un protagonista decisivo degli equilibri mediorientali. La sua posizione è più conciliante verso l’occidente ma a patto che gli sia riconosciuto il suo ruolo di potenza regionale. Teheran oggi sta giocando un ruolo cruciale di baluardo contro l’Isis, ma a sua volta tenta di imporre la sua egemonia sulla regione. Contando sull’asse sciita, l’Iran sostiene i governi a lui più che amici di Damasco e Baghdad; è accusato di giocare un ruolo decisivo in Yemen a fianco dei ribelli Houti grazie ai quali sta cambiando l’equilibrio nella penisola arabica; mantiene un rapporto privilegiato con gli Hezbollah libanesi; gioca con le comunità sciite di Arabia e Bahrein. Questo allarma il fronte sunnita che si compatta: la Lega Araba ha deciso di dare vita a una forza armata congiunta pronta a contrastare le minacce verso un Paese membro. Vecchi pensieri potrebbero far pensare a Israele, nuovi meccanismi portano allo Stato islamico, in realtà è in Yemen che sono entrati in azione gli aerei sauditi e le navi egiziane per contrastare l’avanzata degli sciiti. Stesse forze armate che invece in Iraq e Siria operano dalla stessa parte sia degli Usa che dell’Iran contro l’Isis. Che a sua volta è un protagonista diverso che minaccia tutti gli altri dalla Tunisia alla Libia, dalla Siria all’Iraq. Altra cosa ancora è poi al-Qaeda. In questo contesto si trova Israele, timoroso più dei nuovi nemici che dei vecchi. Perché le potenzialità atomiche di Teheran spaventano molto più del fronte sunnita. E l’Occidente, con Russia e Cina, dovrebbe sbrogliare questa matassa.
OSVALDO BALDACCI

30 Marzo 2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo