EUROBAROMETRO
9:10 pm, 23 Novembre 14 calendario

Europa, fiducia in calo colpa della crisi

Di: Redazione Metronews
condividi

SCENARI È di recente pubblicazione lo studio condotto dall’agenzia TNS Opinion e commissionato dal parlamento europeo nell’ambito di Eurobarometro, periodico monitoraggio degli umori (e dei malumori) dei cittadini del Vecchio Continente. All’indomani del voto alle elezioni europee di maggio, sono stati intervistati circa 27.000 cittadini. Lo scopo? Comprendere le motivazioni che hanno indotto gli elettori a partecipare al voto o ad astenersi, pesando il senso di appartenenza all’Unione.
Dati alla mano, emerge un calo di consenso nei confronti delle istituzioni, che a livello elettorale si è tradotto in un lieve incremento di un astensionismo già significativo e nel boom degli euroscettici. Riguardo all’affluenza, è modesto il calo rispetto alle precedenti consultazioni: 42.54% contro il 43% del 2009. Emerge poi il quadro di un’Europa a cerchi concentrici, con andamenti molto diversi da Paese a Paese: da un picco di partecipazione, l’89.6% del Belgio, si passa al 13.1 % della Slovacchia. Un gap tra primi ed ultimi troppo eccessivo per passare inosservato. Affluenza in aumento in 7 Paesi, stabile in 6, ma in 15
Paesi, tutti di recente adesione, il tracollo. Statistiche che fanno riflettere sulla necessità di cementare il senso di appartenenza tra i nuovi. “Il voto europeo è inincidente”, “l’Unione non funziona, è troppo lontana”: queste alcune delle motivazioni principali degli astenuti. Nonostante tutto, però, la ricerca parla di un’appartenenza all’Ue ancora vista come imprescindibile, assolutamente necessaria dalla maggioranza assoluta degli intervistati. Questi, votanti o astenuti che fossero, hanno chiarito che va erodendosi la fiducia nei confronti di questo modello di Europa, ma non nel progetto democratico di integrazione politica comunitaria, ancora considerato dai più come irrinunciabile.
Da qui l’Unione deve ripartire: far tesoro delle critiche e lavorare ad una europeizzazione diversa. Ma quali, in concreto, le cause di tale malcontento? «Anzitutto è sempre più difficile mantenere identità e rappresentatività nazionale in un’Europa molto più vasta della originaria piccola comunità”, spiega in un articolo pubblicato da Euronews lo scorso ottobre il noto politologo belga Pascal Delwit, docente all’Université libre de Bruxelles. 
«A ciò – continua – va sommarsi un progressivo declino del peso politico europeo nel contesto mondiale, percepito negativamente dai cittadini. Ma ancor più incisiva, è la devastante crisi economica che infierisce dal 2007». Elementi, questi, all’origine di paure ed inquietudini a livello sociale e politico, che hanno condotto ad un aumento dei nazionalismi. Per evitare il collasso è auspicabile che in sede comunitaria ci si confronti con problemi avvertiti dai cittadini come prioritari. Tra questi, ai primi posti lotta alla disoccupazione, crescita economica ed immigrazione.
GIOVANNI MASTRIA

23 Novembre 2014
© RIPRODUZIONE RISERVATA